Politica
Papa statunitense e non italiano (di nuovo): ecco perché. Globalizzazione della Chiesa ma non solo...
Pontefice Usa? Per unire i fedeli di tutto il mondo. L'analisi

La società italiana è diventata molto più laica e pluralista, e la Chiesa ha dovuto (e saputo) adattarsi a queste nuove realtà
L'elezione di un nuovo Papa non italiano, e in particolare di un americano (lo statunitense Robert Prevost, che ha scelto di chiamarsi Leone XIV), ha suscitato molte domande e riflessioni. Perché l'Italia, con la sua lunga tradizione cattolica e la sede del Vaticano, non riesce più a esprimere un Pontefice? E perché la Chiesa ha scelto un cardinale statunitense, Robert Francis Prevost, come Papa Leone XIV?
Storicamente, l'Italia ha avuto un ruolo predominante nella Chiesa cattolica. Fino al 1978, con l'elezione di Papa Giovanni Paolo II, tutti i Papi erano stati italiani. Questo rifletteva non solo la centralità dell'Italia nella cristianità, ma anche l'influenza culturale e politica del nostro Paese, nell’ambito appunto della cristianità. Tuttavia, negli ultimi decenni, anche in funzione dei cambiamenti negli equilibri mondiali e nei corrispondenti assetti geografici, la Chiesa ha cercato di riscoprire e valorizzare la sua natura universale, anche scegliendo Papi da diverse parti del mondo. Un simile cambiamento è stato evidente con l'elezione, in sequenza, di Papa Giovanni Paolo II dalla Polonia, Papa Benedetto XVI dalla Germania e Papa Francesco dall'Argentina. E ora, Papa Leone XIV dagli Stati Uniti.
E proprio la scelta di un Papa statunitense rappresenta un ulteriore passo verso la piena globalizzazione della Chiesa. Robert Francis Prevost, con la sua esperienza missionaria in America Latina e il suo profilo internazionale sin dalle origini familiari, incarna davvero, potremmo dire nel vivo della sua carne, la missione e la visione globale della Chiesa cattolica odierna. Che è una comunità mondiale, che con la scelta di un Papa da una nazione diversa dall'Italia vuole sottolineare e rappresentare plasticamente l'importanza di rappresentare e unire fedeli di tutto il mondo.
Inoltre, nonostante la sede del Vaticano sia in Italia, l'influenza della Chiesa sulla società italiana è cambiata nel tempo. Se in passato la Chiesa aveva un ruolo predominante nella politica e nella cultura italiana, oggi la situazione è più complessa. La società italiana è diventata molto più laica e pluralista, e la Chiesa ha dovuto (e saputo) adattarsi a queste nuove realtà. Ciò non significa che l'Italia abbia perso la sua importanza per la Chiesa, ma piuttosto che la Chiesa stessa ha progressivamente modificato il suo approccio per rispondere alle nuove sfide globali.
Dunque, la scelta di un Papa statunitense ha un significato profondo per la Chiesa e per l'Italia. Da un lato, riflette la perdurante importanza degli Stati Uniti nella Chiesa cattolica, sia in termini di numero potenziale di fedeli che di influenza politica e culturale. Dall'altro, rappresenta un segnale di cambiamento e di apertura verso nuove prospettive e ulteriori sfide globali. Papa Leone XIV, con il suo nome evocativo di forza e tradizione, ha già dimostrato di voler unire la Chiesa e affrontare con determinazione le questioni sociali e morali cruciali del nostro tempo.
In conclusione, l'elezione di un Papa non italiano, e in particolare di un americano, rispecchia perfettamente l’attuale natura universale e globale della Chiesa cattolica. E Papa Leone XIV, con la sua esperienza e il suo carisma semplice e familiare, e con il suo equilibrio quasi perfetto fra tradizione e innovazione, è potenzialmente la figura più adatta per guidare la Chiesa in questa nuova e difficile opera di globalizzazione e cambiamento. I credenti vedranno, in questa scelta sorprendente e saggia, l’opera dello spirito santo. I non credenti vi vedranno invece l’ottima capacità decisionale di un consesso di opinionisti (il Conclave) che concentra in sé la bellezza di oltre 10.000 anni di esperienza di vita (133 votanti, con un’età media sull’ottantina di anni).
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