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Politica
Pd e sinistra italiana: Julia Salazar e Corbyn modelli di rilancio

Hic Rhodus, hic salta: ma "i saltatori", coloro che vogliono andare oltre, o almeno 'riformare strutturalmente' il capitalismo finanziario e superare l'ideologia sottesa: il neoliberismo, con le inique e diseguali politiche di austerità che arricchiscono i pochi e impoveriscono i molti, stanno altrove, non in Italia purtroppo.

Da noi c'è, esiste, la sinistra, o meglio tanti atolli di una sinistra ex-comunista e ex-socialista scomposta, deflagrata, per cui si può ben dire che "il vero pericolo" per la democrazia italiana, "non è il lupo della destra dietro la porta", ma "è l’agnello della sinistra che si fa agnello" perché non sa misurare le sue forze, perché non le sa unire, non sa proporre un suo progetto, in una società che necessita di proposte credibili e suscettibili "di sollecitare il consenso delle masse".

Così succede che negli Usa, dopo che l'esponente dei Democratici Socialisti d'America (DSA), Alexandria Ocasio-Cortez ha sconfitto nelle primarie del Partito Democratico il potente Joe Crowley nel 14esimo distretto di New York, a Brooklyn è in corsa, per il Senato dello Stato di New York, un'altra socialista, la 27enne Julia Salazar, il cui programma prevede: assistenza sanitaria universale; alloggio come diritto umano; protezione delle scuole pubbliche dalla privatizzazione; espansione dei diritti di contrattazione collettiva; la libertà di protesta e d'opinione.

Cos'è allora il socialismo democratico che stenta a prender corpo in Italia? La Salazar ha idee assai chiare e le espone sul magazine Jacobin. "Il socialismo democratico riconosce il sistema capitalista come intrinsecamente oppressivo e sta attivamente lavorando per smantellarlo perchè vuole rafforzare la classe lavoratrice e gli emarginati. I socialisti riconoscono che sotto il capitalismo, i ricchi sono in grado, mediante il controllo privato dell'industria e di quelli che dovrebbero esser beni pubblici, di accumulare ricchezza sfruttando la classe operaia e la sottoclasse: con ciò si perpetuano e si esacerbano le disuguaglianze".

C'è poi una versione 'light' del socialismo da cui prender le distanze: è "il socialismo progressita" in voga in Italia e in Europa ma in piena crisi d'identità.

"Il progressista si fermerà a proporre riforme che aiutino le persone - avverte la Salazar - ma esse non trasformano strutturalmente il sistema. Ad esempio un progressista potrebbe sostenere per costringere i proprietari a fare le riparazioni necessarie sugli edifici. Ma a meno che tu non difenda il controllo degli affitti universali e francamente l'abolizione della proprietà privata - anche se non è la mia piattaforma della campagna perché non è molto realistica - quello che stai facendo è solo prendere a calci il barattolo".

In sostanza, la linea di demarcazione sta nel cambiamento radicale delle condizioni di vita delle persone: non solo i bisogni 'materiali' necessari per la sopravvivenza - casa, lavoro, trasporti - ma anche quelli 'immateriali' - salute, istruzione, accesso alla cultura, tempo libero, qualità della vita, libertà di pensiero - indispensabili per una vita dignitosa.

"Essere un legislatore socialista democratico - sostiene la Salazar - è spingere per cambiamenti che avranno effetti materiali positivi nella vita delle persone, ma che ci avvicinano anche ad un sistema economico veramente socialista".

Un pò quello che sta facendo in Inghilterra, il Labour Party di Jeremy Corbyn: "il tributo più grande che il nostro movimento può dare a uomini e donne che hanno avuto il sogno per l'assistenza sanitaria universale è, con il nostro prossimo governo, affrontare la sfida di porre fine le crescenti e tragiche conseguenze delle disuguaglianze sanitarie". Al centro del modello di società for the many, not the few, l'assistenza sanitaria universale, la casa, il lavoro, la qualità della vita.

"Se vogliamo seriamente realizzare il sogno di Bevan di costruire una società che si occupi di tutti dobbiamo trasformare - è l'impegno del Labour - la nostra economia perchè non funzioni solo nell'interesse di pochi. Eliminare le cause delle disuguaglianze di salute è la grande missione laburista: non possiamo tollerare una situazione in cui a un cittadino o a una comunità viene negata la possibilità di vita e di salute di un altro. Questo può e deve cambiare".

Essere insomma socialisti e di sinistra vuol dire esser anticapitalisti, come da tempo sostiene il decano dei politologi italiani, il 90enne Giorgio Galli per il quale "la sinistra può rilanciarsi solo mettendo assieme i suoi valori universali ancora validi: uguaglianza, libertà, giustizia sociale e politica, con la critica e la lotta al capitalismo: deve tornare a studiare e analizzare cos’è il capitalismo oggi”.

Non il capitalismo dei tempi andati, ma oggi le grandi multinazionali, "perchè sono queste che governano il mondo: ed il loro scopo è assai chiaro e evidente: arricchirsi impoverendo i molti", aggiunge il politologo che registra in giro una certa ripresa d'attenzione per il socialismo, quello per cui è nato, ossia la lotta al capitalismo.

E conclude, "anche se i pochi si arricchiscono sempre più e i molti impoveriscono sempre più, non solo economicamente, non è vero che l’alternativa dai tratti socialisti non c’è: sta nelle mani di tutti noi e soprattutto dei giovani che sono scontenti dello status quo imposto dal capitalismo finanziario".

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