Le agorà targate Goffredo Bettini scendono in piazza. La data cerchiata in rosso è quella di domani per il debutto ufficiale del nuovo manifesto culturale. Un percorso che, in realtà, si è avviato già da mesi, come Affaritaliani.it ha raccontato. Eppure, nelle ultime ore è tutto un susseguirsi di domande. “Cosa vuole fare Goffredo?”. “Perché questa iniziativa fiorisce proprio a ridosso dell’insediamento del nuovo segretario?”; “Sta per nascere una nuova corrente nel Pd?”. Il timore di una corrente, appunto. E’ questo il vero rovello che agita il corpaccione dem. A sentire chi è coinvolto nella macchina organizzativa, “non c’è nulla di tutto questo in campo”.
Lo scopo della piattaforma “non è assolutamente quello di dar vita ad una corrente”, spiega in chiaro ad Affaritaliani.it un bettiniano doc e membro della direzione nazionale del partito come Franco Vittoria, ricercatore dell’Università Federico II e soprattutto tra i fondatori delle agorà. Ma allora qual è l’obiettivo? “Si tratta di un laboratorio culturale che nasce proprio per dare una mano al Pd. Vuole aiutare il Partito democratico che deve reinventare anche il suo modo di stare dentro un nuovo mondo”. E’ fuori strada, insomma, chi pensa che le agorà nascano “come canne d’organo per fedeli militanti. Sono una casa – continua Vittoria –. Una casa con porte e finestre aperte.
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