A- A+
Politica
Pd: “Lo stop alle riforme? Una sconfessione del programma di governo”
(fonte Lapresse)

Mai previsione fu meno azzeccata di quella del segretario del Pd Nicola Zingaretti, quando a settembre scorso a ridosso di quel uno-due incassato tra Senato e Camera, con il via libera al voto dei diciottenni nell’Aula di palazzo Madama e l’adozione del testo base sulla legge elettorale in commissione Affari costituzionali alla Camera, disse: “Il cantiere delle riforme è aperto”. Da lì allo stallo totale, infatti, è stato un attimo. Portato a casa il taglio dei parlamentari, il percorso si è inceppato. Tutto fermo. Il tavolo voluto dallo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che si è riunito l’ultima volta ieri, è stato un tavolo lampo. E si è concluso con un nulla di fatto. Anzi, con tanto di richiesta al premier di un intervento diretto avanzata dai capigruppo dem delle due Camere, Graziano Delrio e Andrea Marcucci per sciogliere i nodi politici. Non è che l’impasse sulle riforme sia solo un mezzuccio per pareggiare i conti in una maggioranza sempre più sfilacciata e un buon viatico in mano a ciascun alleato per alzare la posta su altre questioni, rimpasto in primis? Ad escluderlo, con un secco “Non credo proprio”, è il deputato dem Emanuele Fiano, membro della commissione Affari costituzionali, nonché relatore della legge elettorale. Intervistato da Affaritaliani.it, anzi, Fiano argomenta: “Non abbiamo davvero bisogno di aggiungere altri problemi”.

Fiano, intanto, il tavolo su legge elettorale e riforme costituzionali si è arenato. Al punto che i capigruppo del suo partito hanno passato la palla al premier Conte perché sblocchi la situazione. Ha condiviso questo passaggio?
Le rispondo con le parole utilizzate dal mio capogruppo alla Camera, Graziano Delrio: c’è uno stallo che riguarda una partita che prevedeva degli impegni stipulati all’atto di formazione di questo governo e che le forze politiche di maggioranza non riescono a superare. Si tratta di punti fermi che sono nel dna costitutivo dell’esecutivo. Ovviamente, siamo tutti ben consapevol che il percorso ha subito dei rallentamenti per via di provvedimenti importanti a sostegno dell’economia e della salute dei cittadini colpiti dalla pandemia, ma non possiamo accettare che le riforme del programma vengano bloccate. Perché sono interventi altrettanto sostanziali.

In che senso?
E semplice: noi, anche in conseguenza del nostro assenso al taglio del numero dei parlamentari, abbiamo sempre sostenuto che quella riforma necessitava di altri interventi di contorno tra cui le modifiche delle norme elettive per il Senato, l’approvazione della riforma dei Regolamenti di Camera e Senato. Senza tralasciare la questione degli assetti territoriali, per via del rischio per la rappresentanza che il taglio dei parlamentari porta con sé. E che dire, poi, del tema della rappresentanza delle minoranze? Queste sono necessità da affrontare. E non pro domo nostra, attenzione. Con il ridisegno dei collegi predisposto dal governo e che ora passerà in Parlamento, infatti, l’eventualità di andare al voto senza aver risolto tali questioni aperte determinerebbe un vulnus per tutto il Paese. Ecco perché è urgente trovare una soluzione.
 

Da un lato l’sos lanciato dal Pd a Conte sullo stallo e dall’altro il premier che ha detto chiaramente di attendere le conclusioni dei tavoli affidati ai capigruppo della maggioranza e agli esponenti dei partiti. Si profila un ping-pong sulle responsabilità?
Non credo ci sia la possibilità di alcun ping-pong. Penso soltanto che quella di ieri sia stata una giornata molto intensa per il governo, impegnato son le Regioni e i capigruppo dei partiti sul Dpcm e parallelamente sulla cabina di regia per il Recovery. Tutto qui.

Sulla legge elettorale, in particolare, sembra reggere l’accordo Pd-M5s. Ma Italia viva è irremovibile. Anche Leu avanza le sue richieste. Perché Conte dovrebbe riuscire nell’impresa in cui i partiti di maggioranza hanno fallito fino a ora?
La politica deve essere in grado di mettere in fila le priorità. Io comprendo e condivido le urgenze del Paese cui si è dovuto far fronte e che hanno impegnato tutti i nostri sforzi. Tuttavia, ritengo che le strutture della democrazia vadano salvaguardate. Bene, dunque, le priorità fissate, ma queste possono essere garantite solo in un sistema democratico che funziona bene, non dimentichiamolo.

E, quindi, tornando alla legge elettorale, come se ne esce, il Pd cosa è disposto a fare?
E’ normale che, con un testo base di impianto proporzionale e uno sbarramento al 5 per cento, alcune forze politiche con una valenza percentuale minore facciano sentire la propria voce. La linea del Partito democratico è quella di voler mantenere un impianto proporzionale, ma è ovvio che la discussione in Commissione possa portare delle modifiche. E noi non siamo chiusi alle richieste di cambiamento. Se sono supportate da un ragionamento, per esempio sulla questione della rappresentanza territoriale o partitica, se ne può sicuramente discutere.

Questo discorso vale anche per il superamento del bicameralismo perfetto su cui spinge Italia viva? E’ possibile lavorare in parallelo sia sul sistema di voto che su questa riforma?
Il Pd ha presentato un disegno di legge sulla riforma del bicameralismo a firma Ceccanti. Quindi, noi siamo a favore. Anche perché oggi il bicameralismo perfetto si traduce in un sistema monocamerale in cui una Camera vota e l’altra ratifica. Non si può pretendere, però, che arrivi un ok dal M5s, dal momento che questo punto non fa parte dell’accordo di governo. Viceversa, sulla legge elettorale lo stallo attuale rappresenta un ostacolo politico oggettivo. Ecco perché tocca a Conte decidere.

Ma siamo proprio sicuri che lo stallo sulle riforme non sia solo un pretesto usato da ciascun alleato per alzare la posta su altre questioni che tormentano la maggioranza e che, quindi, alla fine della fiera rischiano di diventare una sorta di capro espiatorio?
Noi - e parlo per il Pd - non abbiamo davvero bisogno di aggiungere e creare ulteriori problemi. Non credo che le riforme siano un capro espiatorio. Penso, invece, che insieme alle altre questioni cogenti che stiamo affrontando, dal piano vaccini alla riforma del Mes, anche manutenere le nostre istituzioni democratiche sia prioritario per una classe dirigente che deve esprimere un senso di responsabilità elevatissimo in questo momento. Non dimentichiamo, infatti, che in Europa ma anche in Russia c’è chi in questi ultimi due anni prima del Covid ha teorizzato la necessità di democrazie illiberali. Di fronte a problemi così complessi come la pandemia, devastanti sia sul piano delle abitudini che dei principi di libertà, quindi, guai a creare varchi che possano far soltanto immaginare che si dovrebbe uscire dai dettami della democrazia liberale. Perché più una crisi è forte e maggiore è la spinta alla semplificazione populista. Ecco il motivo per cui ai nostri alleati spieghiamo che bisogna fare le riforme e far sì che la democrazia rimanga rappresentativa, anche con il taglio dei parlamentari che loro hanno voluto.  

Intanto, dal Cdm è arrivato il via libera alla mappa che ridisegna i collegi elettorali. C'è chi crede sia una prova di forza da parte del premier Conte, una sorta di avviso ai litigiosi alleati di governo che la strada del voto è spianata. Concorda con questa lettura?
Bisogna essere oggettivi: la presentazione della mappa dei collegi era un obbligo di legge. I tempi erano dunque obbligati. Non penso ci sia alcun piano dietro. Credo, tuttavia, che chi governa debba conservare l’abitudine di una preventiva consultazione del Parlamento. In questo caso, sarebbe stata utile, seppure non c’era alcun obbligo.

Commenti
    Tags:
    riformelegge elettoralecontepdm5srenzi





    in evidenza
    Annalisa e Bob Sinclar, arriva "Sinceramente" in versione remix

    Missione a Parigi. Video

    Annalisa e Bob Sinclar, arriva "Sinceramente" in versione remix

    
    in vetrina
    Belve, Fagnani: "Fedez parlerà di tutto. Da Chiara Ferragni nessuna diffida"

    Belve, Fagnani: "Fedez parlerà di tutto. Da Chiara Ferragni nessuna diffida"


    motori
    Nissan punta alla crescita e all’elettrificazione in tutta la regione AMIEO

    Nissan punta alla crescita e all’elettrificazione in tutta la regione AMIEO

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.