Pd, Schlein intoccabile. Ma se vince il SI' sulla riforma della giustizia di Meloni congresso anticipato. E per i riformisti... - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 18:43

Pd, Schlein intoccabile. Ma se vince il SI' sulla riforma della giustizia di Meloni congresso anticipato. E per i riformisti...

In caso di ko del NO tornerebbe il nome di Salis premier

Di Alberto Maggi

Decisivo il referendum confermativo sulla riforma della giustizia per il futuro del Pd e per la candidatura a premier del Centrosinistra

Al momento Elly Schlein non ha rivali. Anche i riformisti e moderati del Partito Democratico, dopo le vittorie di Roberto Fico in Campania e Antonio Decaro in Puglia (con una notevole crescita dei Dem rispetto alle Europee, perfino in Veneto), hanno smesso di lanciare messaggi contro la linea di sinistra-sinistra della segretaria. Ma la calma non durerà molto. Considerando che dopo i risultati delle Regionali del Movimento 5 Stelle (2% in Veneto e forte calo al Sud) Giuseppe Conte è fuori dai giochi per la partita di chi sarà il candidato premier del Centrosinistra o cosiddetto campo largo, la vera partita si gioca tutta all'interno del Pd.

Il primo banco di prova sarà lo sciopero generale contro la Legge di Bilancio indetto dalla sola Cgil per venerdì (che caso) 12 dicembre. Schlein sarà certamente in piazza insieme a Maurizio Landini, ai 5 Stelle e ad Alleanza Verdi Sinistra. Ma non tutti i Dem aderiranno visto che l'ala moderata considera comunque un errore schiacciarsi sulla piazza della Cgil, con il pericolo di infiltrazioni di movimenti violenti soprattutto Pro-Pal, e preferirebbe lavorare in Parlamento per cercare di modificare la manovra. Ma il vero banco di prova per Schlein e il suo futuro politico sarà il referendum confermativo sulla riforma costituzionale di marzo.

La segretaria del Pd si è battuta, si batte e si batterà con tutte le sue forze per la vittoria del NO, insieme al resto della sinistra (non Matteo Renzi che in Parlamento si è astenuto e Carlo Calenda ha addirittura votato a favore). Sia nel merito della riforma, con l'ANM, sia per cercare di dare una spallata e un colpo durissimo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, anche se la premier ha già affermato che non si dimetterà comunque vada il referendum. Se prevalesse il NO Schlein non avrebbe rivali e sarebbe certamente la leader e candidata premier alle Politiche 2027.

Ma, spiegano fonti del Pd, se dovesse vincere il SI' alla separazione delle carriere, ai due Csm e all'Alta Corte (i punti centrali della riforma del Centrodestra), magari in modo netto con il 60% come dicono alcuni sondaggi, per Schlein sarebbe una pesante sconfitta. Netta e dolorosa, anche perché il referendum costituzionale non ha quorum come quelli abrogativi e quindi SI' o NO. Punto. Che cosa accadrebbe quindi se vincesse il governo con il via libera alla riforma targata Carlo Nordio?

La situazione potrebbe precipitare nel Pd arrivando a un congresso anticipato con primarie. Al momento Schlein è abbastanza tranquilla perché sa che la sindaca di Genova Silvia Salis non ha alcuna intenzione di guidare il partito al Nazareno (così come Decaro) ma semmai sarebbe disponibile a fare la candidata premier di una coalizione ampia e coesa con un programma concreto. Appunto, modello Genova. Attenzione, però, perché nell'area riformista - dove ormai il presidente Dem Stefano Bonaccini è stato sfiduciato dai suoi fedelissimi - qualcuno inizia a pensare al nome dell'ex sindaco di Bergamo e ora europarlamentare Giorgio Gori.

Figura molto stimata nel mondo produttivo lombardo e di tutto il Nord e che gode di grande fiducia e consenso in tutti gli ambienti riformisti e moderati del Pd. Sempre se l'ex primo cittadino della città orobica fosse d'accordo, ipotesi tutta da valutare, la minoranza sempre più numerosa del Pd - anche se ora silente dopo le Regionali - Gori, classe 1960 e manager apprezzato e amministratore che stravinto nel cuore del Nord leghista contro il Centrodestra, potrebbe essere il candidato dei riformisti, moderati e cattolici Dem per competere con Schlein. E l'eurodeputato ex sindaco di Bergamo potrebbe avere dalla sua parte anche Italia Viva - Casa Riformista e molti esponenti Dem del Sud, come ad esempio il neo-Governatore della Puglia Decaro (che vale moltissimi voti non solo nella sua regione ma in tutto il Mezzogiorno).

La sfida sarebbe aperta e la minoranza potrebbe avere almeno un 40% da giocarsi, se non addirittura il segretario con la vittoria di Gori, con la formazione delle liste (si vedrà poi la legge elettorale, ma questo dipende dalla maggioranza di governo). E con questo scenario l'ipotesi Salis candidata alla presidenza del Consiglio tornerebbe in auge (visto che la sindaca di Genova non è interessata a guidare il Pd ma ad andare a Palazzo Chigi sì e ci pensa seriamente). Insomma, decisivo il referendum sulla giustizia che verrà politicizzato al di là del merito della riforma costituzionale.

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