"Pd sgangherato, congresso subito. Alleanza con i 5S per sopravvivere" - Affaritaliani.it

Politica

"Pd sgangherato, congresso subito. Alleanza con i 5S per sopravvivere"

Di Alberto Maggi

Intervista di Affaritaliani.it a Massimo Cacciari, filosofo ed ex sindaco di Venezia. "Zingaretti finora ha galleggiato"

Pare proprio che Pd e M5S alle elezioni regionali del 20-21 settembre andranno insieme solo in Liguria, una Regione su sei chiamate al voto. Un fallimento?
"Quella tra Pd e M5S è un'alleanza che può andare avanti solo così, in maniera sperimentale e occasionale. Da una parte sì e dall'altra no. Non è certo un'alleanza consolidata, ma che si realizza soltanto dove ci sono le condizioni. In alcune Regioni, come ad esempio in Campania, era semplicemente impensabile. Non siamo in un fase come quella della Democrazia Cristiana, del Partito Socialista e di quello Socialdemocratico che, nel bene o nel male, avevano elaborato una linea comune".

Crede che alle Comunali del 2021 ci sarà un'alleanza stabile?
"In alcune situazioni può permettere alla maggioranza di sopravvivere. Ma tutto comunque dipenderà da come andrà in autunno il Paese e da come l'Italia uscirà dal fine del blocco dei licenziamenti e dalla fine della cassa integrazione. Da questo dipendono le sorti del governo e anche il rapporto tra Pd e 5 Stelle. Al momento è impossibile fare previsioni, se non che proveranno a fare un'intesa dove è possibile".

Ma per il Pd la strada dell'alleanza con il Movimento 5 Stelle è quella giusta da percorrere?
"L'alleanza ha senso solo se i partiti che la formano elaborano una strategia comune per i territori e per il Paese. Fino a quando non si creeranno queste condizioni gli accordi elettorali saranno solo di sopravvivenza, soprattutto per il governo. E' l'unico in grado di garantirla è Conte".

Il Pd dovrebbe andare al congresso come chiedono alcuni suo esponenti importanti come il capogruppo al Senato Andrea Marcucci e il sindaco di Firenze Dario Nardella?
"E' evidente che al Partito Democratico serve un congresso, da fare subito dopo le Regionali e prima della fine dell'anno. Il Pd deve decidere se diventare finalmente un partito vero e democratico o se rimanere un movimento sgangherato con l'ansia di stare al governo".

Zingaretti è un buon segretario o andrebbe cambiato?
"Fino a questo momento ha galleggiato al rimorchio del governo e suo malgrado. Sappiamo perfettamente che avrebbe voluto andare alle elezioni politiche anticipate dopo la crisi dell'estate 2019. Giudizio sospeso, vedremo nelle prossime settimane".

Che cosa sta accadendo nel M5S dopo la votazione sulla piattaforma Rousseau che ha detto sì al terzo mandato e alle alleanze per le Comunali con partiti tradizionali?
"Sono i soliti giochi che non hanno alcun senso. La linea di un partito non può essere decisa da poche migliaia di persone che schiacciano un bottone, sono pagliacciate. Si sa benissimo che la linea politica del M5S viene decisa da un ristretto gruppo dirigente e in particolare da Grillo, che ha scelto di stare in questo governo con il Pd e di appoggiarlo a tutti i costi".

Il governo arriverà al 2022 per eleggere il nuovo presidente della Repubblica?
"Ripeto, dipende dalla situazione economica che ci sarà in autunno. Se sarà un disastro crollerà tutto e si andrà alle urne prima del semestre bianco".