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Politica
Pd spaccato sui tempi e sulla linea Letta. Rottura con Renzi: "Sta a destra"
Enrico Letta

Le primarie a marzo spaccano il Pd 

"Una direzione "tosta, senza infingimenti e con poche ipocrisie". Assieme a questo, dal quartier generale del Partito Democratico filtra la consapevolezza che, quello raggiunto con il documento votato dal parlamentino dem, è un "punto di caduta" tra due diverse esigenze: quella di chi voleva tempi più brevi per il congresso, come Matteo Orfini, e quella di chi, invece, voleva allungare i tempi, come Andrea Orlando. Ma non solo. Un tema che ha creato dibattito in direzione, viene riferito, è stato anche quello dell'autonomia differenziata con, da una parte, i dirigenti che sollevano la questione settentrionale come Stefano Bonaccini e Piero Fassino, dall'altra coloro che difendono il Sud, come Francesco Boccia e Peppe Provenzano. Un tema che potrebbe risultare divisivo nel corso del congresso. 

Normale, date le premesse, che la sintesi non abbia accontentato tutti. Anzi. Le voci di dissenso rispetto al percorso tracciato non sono mancate anche per il peso specifico che uno statuto bizantino ha sull'intero percorso. "Avverto un rischio che già trova riscontro nella realtà", dice Sandra Zampa: "Fuori da questa sala e dalla sede nazionale, della fase costituente nessuno sembra essersi accorto a partire dai media. Per il Pd potrebbe essere un passo fatale se al cambiamento annunciato non facesse seguito niente". A tutti Letta assicura che "il percorso congressuale tiene conto della difficoltà del momento", e a tutti il segretario invita a fidarsi "di chi lo statuto se lo è letto e studiato avendo chiara la situazione che stiamo vivendo e le esigenze del lavoro di opposizione che dobbiamo fare". Un Letta che, come spiega chi era presente alla riunione, 2sembra aver tolto il cilicio" indossato dal giorno della sconfitta elettorale per chiarire meglio il suo ruolo: arbitro in congresso, guida determinata all'opposizione.

Il leader dem ha risposto colpo su colpo a Renzi, da una parte, e a Conte dall'altra, accusando il primo di far da stampella alla maggioranza e il secondo di "giocare a fare il cavaliere solitario". Una durezza di toni condivisa anche da altri esponenti. Come Luigi Zanda che ha invitato tutti a rispondere senza far passare altro, "perchè non se ne può più" degli attacchi quotidiani dei leader di Azione-Iv e M5s. (Ma è sui tempi che si sono registrate le maggiori distanze fra gli esponenti della direzione. Tra gli interventi critici, c'è quello di Matteo Orfini per il quale "sei mesi dal giorno delle elezioni per fare un congresso sono una enormità". Certo, "un nome non risolve un problema", aggiunge, "ma nemmeno rifare le Agorà e chiamarle percorso costituente. La costituente e la rifondazione saranno gli anni di opposizione. Facciamo un congresso che il prima possibile ci metta nelle condizioni di farla".

A corollario di ciò, Orfini insieme ad altri esponenti della direzione a lui vicini si sono astenuti dal voto. Anche il senatore ed esponente di Base Riformista, Alessandro Alfieri, sottolinea che avrebbe scelto "tempi più rapidi, all'altezza della fase politica che stiamo vivendo. Tuttavia", aggiunge, "penso che con senso di responsabilità debba prevalere la condivisione più larga possibile delle regole del nostro congresso. Adesso, finalmente, possiamo partire". A fronte di questi dubbi, c'è anche chi esprime soddisfazione per l'apertura ai soggetti che vogliono partecipare alla costituente, sia singoli che in associazione. "Molto bene l'impianto che consente di partecipare ai singoli e a soggetti come Articolo Uno in piena autonomia per la fase costituente del nuovo soggetto", dice il deputato e coordinatore nazionale di Articolo Uno, Arturo Scotto. "Si mette davanti il progetto rispetto alla leadership con una apertura a tutti quelli che decideranno di parteciparvi", aggiunge. "Ho apprezzato il percorso costituente del nuovo Partito Democratico che il segretario Enrico Letta ha tracciato oggi nella direzione del partito", sottoscrive Laura Boldrini. "Un percorso all'insegna dell'apertura, del rinnovamento e della partecipazione che deve appassionare l'Italia democratica, coinvolgere coloro che negli ultimi anni si sono allontanati e attirare nuove energie", chiosa la deputata dem. 

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