Pd spaccato sulla Libia, Gentiloni e Minniti lasciano solo Zingaretti - Affaritaliani.it

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Pd spaccato sulla Libia, Gentiloni e Minniti lasciano solo Zingaretti

Questione libica, Assemblea rovente del gruppo dem alla Camera: tutti contro tutti. Il Pd potrebbe lasciare l’aula durante il voto odierno

Durante il voto odierno sulla quarta missione sulla Libia, che prevede il sostegno alla Guardia costiera, il Pd potrebbe uscire dall’aula. Come scrive Il Fatto Quotidiano, è stato Dario Franceschini a mettere sul tavolo questa ipotesi, dopo che il gruppo della Camera, ieri, è stato colpito da assenze, silenzi e tensioni. Intanto il capogruppo Delrio cerca una mediazione. “Non è giusto che tutte le tensioni si scarichino sul gruppo”, è lo sfogo dei parlamentari in processione da lui.  Lo scontro in atto è tra la linea che fu di Minniti e quella di Matteo Orfini, che si erano già contrapposte l’anno scorso. Anche il ministro degli Esteri Moavero ammette che non ci sono “porti sicuri” in Libia ma la linea ufficiale della maggioranza del Pd prevede di votare tutte e 4 le missioni, tra cui quella a sostegno della Guardia costiera libica, con 25 uomini impegnati nell’addestramento del personale e nella manutenzione delle motovedette donate.

Il responsabile Esteri, Enzo Amendola e la capogruppo dem in Commissione Esteri, Lia Quartapelle spiegano le motivazioni di questa posizione basandosi sul fatto che a siglare gli accordi con i libici era stato proprio il governo Gentiloni-Minniti. Ma in Aula l’ex premier e l’ex ministro dell’Interno (presente per votare) non partecipano. Nicola Zingaretti, che pure ha avallato la linea della continuità con i governi del Pd, neanche. “Non è il caso di stracciare gli accordi, non è di sinistra. L’ingerenza umanitaria lo è” dice Amendola. E lui stesso indica il problema: “Piuttosto denunciamo il perché ora non funzionano. Il nostro obiettivo è svuotare i campi con i corridoi umanitari e i rimpatri volontari, non con gli sbarchi”.  

Sempre come scrive Il Fatto Quotidiano, Amendola parla di “mettere in mora il governo attuale sulla Libia”. E la Quartapelle stuzzica, “missioni già votate da chi oggi dice no”. Sulla continuità in politica estera i dubbi serpeggiano, le ambizioni di “commissariare” il governo vacillano. È la stessa maggioranza a essere in difficoltà: Andrea Orlando, vicesegretario, c’è, ma non parla. Paola De Micheli, vicesegretaria, entra ed esce, ma non parla neanche lei. A sinistra piaceva poco Minniti, figuriamoci Salvini. Matteo Orfini, oggi in minoranza, della categoria ex renziani di sinistra, va all’attacco: “È stato un errore delegare tutto ai libici”, dice, confermando il no alla risoluzione. E definisce “vergognose” le assenze di Minniti e Gentiloni.