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Politica
Bicamerale? "Non serve una legge, basta una delibera delle Camere"
(fonte Lapresse)

Bicamerale sì-bicamerale no. E perché no, direttamente due commissioni monocamerali. Dopo il rientro del premier Giuseppe Conte da Bruxelles e dopo l’accordo raggiunto sul Recovery fund, con i 209 miliardi tra prestiti e sussidi a sostegno della ripartenza dell’Italia colpita dal coronovarirus, sono questi gli scenari su cui si sta focalizzando il dibattito politico. Un tema di cui discutono, però, anche gli esperti. Affaritaliani.it ne ha parlato con il costituzionalista Michele Ainis, professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico all’università di Roma Tre.

Professore, in vista del piano delle riforme da presentare in Europa, si parla dell’istituzione di una commissione bicamerale sul Recovery fund. Che ne pensa?
Partirei da una premessa.

Quale?
Delle bicamerali, in generale, gli italiani hanno un cattivo ricordo. Prevale la sensazione di trovarsi di fronte a organismi inutili e impotenti perché nell’immaginario collettivo queste commissioni vengono collegate per lo più all’esperienza delle riforme costituzionali. In realtà, poi, quello è solo uno dei modi in cui le bicamerali possono essere utilizzate. Ci sono per esempio le commissioni di inchiesta o altri tipi di commissioni che le Camere decidono di istituire.

All’atto pratico ritiene quello della bicamerale uno strumento utile?
Nel momento in cui il bicameralismo è sottoposto a una serie di critiche, perché una Camera viene vissuta come il doppione dell’altra, la creazione di un organismo che pariteticamente coinvolge senatori e deputati può essere uno strumento utile per coinvolgere il Parlamento. Senza fare ping-pong tra Camera e Senato.

E in questo particolare caso?
In una fase come quella che abbiamo vissuto fino a ora, in cui il Parlamento è stato un po’ oscurato e scavalcato dal governo, credo che sia importante. Mi spiego.

Prego.
La nostra forma di governo è parlamentare. Quindi, finché sarà così, il Parlamento dovrebbe essere il motore dell’indirizzo politico. Ecco perché ritengo che tutto ciò che possa servire a rivitalizzarlo sia utile.

Un altro scenario che si sta profilando è quello dell’istituzione di due monocamerali perché dare il via a una bicamerale richiederebbe una legge ad hoc e, quindi, tempi più lunghi. Qual è il suo parere al riguardo?
Non vedo il problema. Se devi fare una bicamerale o due monocamerali comunque c’è bisogno di due votazioni, una alla Camera e una al Senato. Non cambia nulla. Se c’è la volontà politica con due votazioni gemelle si battezza una bicamerale. Tra l’altro, è proprio l’assunto che non mi trova d’accordo.

Cosa vuol dire?
Potrei capire questo tipo di obiezione ove si assumesse appunto che una bicamerale va istituita con legge.

Perché, non è così?
E perché mai? Si può fare soltanto con una delibera non legislativa. L’articolo 78 della Costituzione ci viene in soccorso.

In che modo?
Questo articolo della nostra Carta recita che le Camere deliberano lo stato di guerra. Stiamo parlando, dunque, della massima emergenza. In passato ci si è interrogati sulla veste formale di questa delibera. Alcuni dicevano che occorresse una legge, ma altri sostenevano che in caso di una emergenza bellica una norma, appunto, non potesse farsi. Un grande giurista come Leopoldo Elia, per esempio, sosteneva la tesi secondo cui per rispettare l’articolo 78 della Costituzione è sufficiente una delibera non legislativa di entrambe le Camere.

E lo stesso varrebbe dunque oggi con l’emergenza coronavirus?
Se in base all’articolo 78 per la massima delle emergenze si può ottenere una decisione parlamentare di entrambe le Camere senza una legge, a maggior ragione lo si può fare per istituire una commissione.

Tra le due soluzioni che si prospettano al momento, pare prediligere lo strumento della bicamereale. E' così?
Nel merito la reputo meno controproducente.

Per quale ragione?
E’ semplice: e se per caso le due monocamerali esprimessero indirizzi divergenti? Meglio, quindi, una volontà unitaria. E una volontà unitaria si può ricavare con uno strumento unitario come la bicamerale.

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