Preferenze, i renziani aprono. Ma Romani (Fi) ad Affaritaliani.it: "Salta tutto"
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi)
I renziani aprono alle preferenze. Il senatore del Pd Andrea Marcucci, molto vicino al segretario, afferma ad Affaritaliani.it: "Ci vuole una legge elettorale che dia governabilità e anche che garantisca un rapporto diretto tra eletti ed elettori. Una soluzione possibile è certamente quella delle preferenze, ma serve un accordo politico ampio. Bisogna verificare se c'è. Renzi ha detto più volte che l'Italicum non è la legge ideale che voleva ma è il frutto di una mediazione. Poi io, personalmente, sulle preferenze sarei anche d'accordo. Ma ripeto: serve un accordo ampio".
Se nella nuova legge elettorale ci fossero le preferenze salterebbe l'accordo con Forza Italia? "Assolutamente sì", risponde ad Affaritaliani.it Paolo Romani. Il capogruppo azzurro al Senato spiega: "Siamo contrari alle preferenze per diversi motivi. Primo: "Lobby, gruppi di poetere e associazioni delinquenziali e criminali in passato hanno fatto offerte e proposte irricevibili da parte di coloro che dovevano raccogliere le preferenze. Secondo: in Italia c'è una differenza fondamentale tra Nord e Sud; al Nord viene espresso il 14% delle preferenze sul totale dei voti mentre al Sud il 95%. Si creerebbe quindi una disomogeneità nella volontà dell'elettore. Terzo: "Le preferenze non ci sono in Europa nelle elezioni politiche, tant'è che ad oggi i paesi dove esistono sono Polonia e Slovenia. In nessuno dei grandi paesi c'è mai stato questo problema. Quarto: le piccole circoscrizioni dell'Italicum consentono di conoscere molto bnene i candidati che si baatteranno uno contro l'altro e quindi il problema dell'identificazione del candidato da parte dell'elettore con questo sistema è perfettamente risolto".