Primarie Pd, Bonaccini e Schlein uniti sull'Ucraina ma non sui diritti. Ecco chi ha vinto il confronto tv - Affaritaliani.it

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Primarie Pd, Bonaccini e Schlein uniti sull'Ucraina ma non sui diritti. Ecco chi ha vinto il confronto tv

di redazione politica

Dal lavoro al 41bis, dall’Ucraina a Giorgia Meloni. Bonaccini e Schlein, da settimane in testa ai sondaggi, si sono confrontati su moltissimi temi di attualità

Bonaccini, memore anche delle polemiche degli ultimi giorni, si guarda bene dall’invitarla: “Non farei salire certo Meloni, porterei semmai Liliana Segre”, si gioca il bonus Bonaccini. “Poi Draghi e…Walter Veltroni”. Arriva il cartellino giallo del moderatore. Veltroni non era fra i nomi. “Lo avrei scelto anch’io”, dice Schlein.

Il gioco finisce, si riprende dai temi. Sull’Autonomia differenziata, Bonaccini vuole proporre un suo testo in alternativa alla bozza Calderoli: "Sull'autonomia differenziata le mie idee sono chiare. La proponemmo senza voti contrari nella mia regione. E' l'opposto di quella di Calderoli che è una autonomia differenziata che spacca l'Italia".

Per Schlein il progetto dell’Autonomia differenziata va contrastato: "Non sono d'accordo con il presidente della Toscana, Eugenio Giani, che dice che questo testo va modificato in alcune parti: il testo sull'Autonomia di Calderoli va contrastato in maniera forte". Torna la sintonia sul ddl Zan, che va ripresentato e sullo b, da approvare perché, dicono in coro i candidati, “chi nasce in Italia è italiano”.

Il confronto torna ad accendersi quando si parla di diritti. Bonaccini sembra accusare Schlein di avere molta attenzione per i diritti civili, ma di trascurare quelli sociali: Bonaccini si rivolge alla sua competitor per dire che "se difendiamo i diritti dobbiamo difendere anche i diritti sociali, non solo quelli civili".

Pronta la risposta di Schlein: "Diritti sociali e civili sono inscindibili: chi viene discriminato lo è sul lavoro, a scuola, nella società". E’ l’ultimo scambio prima degli appelli finali. "La destra è andata al governo, fa la destra e vince anche le elezioni regionali. Io credo che noi dobbiamo fare la sinistra”, dice Elly Schlein per la quale serve”. Un Pd che torni al fianco dell'Italia che oggi fa più fatica, che è rimasta indietro, che è schiacciata.

In questi decenni le scelte politiche hanno aumentato le diseguaglianze e stanno rischiando di distruggere il pianeta che, invece, dovremmo cercare di preservare per restituirlo alle prossime generazioni. Faccio appello, quindi, a quei tanti militanti che oggi hanno voglia di riscatto e di ritrovarsi attorno a una identità chiara e che hanno tenuto vivo questo punto di vista anche in questi anni, nel partito. E faccio appello ai delusi che si sono sentiti respinti o traditi, orfani di un grande partito popolare che si batta la fianco degli ultimi di questo Paese.

Ecco, se volete aiutarci a cambiarlo, venite a votare il 26 febbraio: ve lo chiedo perché se cambia il Pd per davvero, cambia anche l'Italia". Bonaccini, dal canto suo, sottolinea la necessità di tornare a sorridere, dopo le delusioni: "Veniamo da troppi anni di sconfitte a livello nazionale.

Allora vogliamo un Pd che si rafforzi per tornare la prossima volta a vincere, che metta in campo un nuovo gruppo dirigente che superi le troppe sconfitte di questi anni, che soprattutto dia soluzioni concrete per i cittadini a partire dai più giovani per i quali l’ascensore sociale non funziona più, a partire dai cittadini che sanno di poter contare sul diritto a curarsi e a istruirsi dove un povero ha gli stessi diritti di un ricco, di un Paese in cui diamo a imprese che vogliono assumere in modo stabile un costo del lavoro più basso”.