Province, legge a rischio ricorso da parte dei consiglieri "esodati"
In attesa che il governo risolva il problema degli esodati creati dalla riforma Fornero, con il ddl Delrio "rischiano di arrivare anche gli esodati delle Province". Ovvero, i consiglieri provinciali che con l'entrata in vigore del Ddl Province approvato ieri in Senato rischiano di trovarsi per qualche mese senza stipendio, senza ruolo e senza funzioni. Matteo Renzi ha fatto una stima di questi potenziali "fantasmi": 3mila persone, rimandate a casa in anticipo rispetto al termine del mandato elettorale ricevuto. Tremila consiglieri regionali che potrebbero dar vita ad altrettanti ricorsi. Questo, denuncia Roberto Calderoli, per il "modo in cui è stato scritto il maxiemendamento al ddl Delrio".
L'articolo incriminato è l'82 del maxiemendamento che ieri ha ottenuto la fiducia: "Il presidente della Provincia in carica alla data di entrata in vigore della presente legge ovvero, qualora la provincia sia commissariata, il commissario, assumendo anche le funzioni del Consiglio provinciale, nonché la giunta provinciale, restano in carica a titolo gratuito per l'ordinaria amministrazione, comunque nei limiti di quanto disposto per la gestione provvisoria degli enti locali dall'articolo 163, comma 2, del testo unico, e per gli atti urgenti e indifferibili, fino all'insediamento del presidente della provincia eletto ai sensi dei commi da 58 a 65 e comunque non oltre il 31 dicembre 2014".
Il vicepresidente leghista del Senato ha puntato oggi in Aula il dito contro "il pasticcio" del Ddl Province. "Mentre qualcuno pensava che l'abolizione dei Consigli provinciali sarebbe partita dal giorno successivo alle elezioni previste per il 25 maggio, qualche cervellone di un funzionario ha invece fatto sì che il giorno in cui entrerà in vigore il disegno di legge sarà quello in cui verrà trasformato in legge, e quindi il 7 aprile, perché deve essere pubblicato l'8 dal momento che il 9 c'è l'indizione dei comizi elettorali. Il giorno 7, pertanto, i Consigli provinciali verranno sostituiti dal presidente. E' la prima volta che un organo elettivo, prima della sua scadenza, si vede tagliato il mandato attraverso una legge ordinaria. E' una cosa che neanche Mussolini ha fatto, francamente".
Calderoli si augura che "nel passaggio alla Camera qualcuno vi ponga rimedio, perché voglio vedere, il giorno successivo alla data di entrata in vigore di quella legge, chi sarà quello che firmerà un pasticcio del genere o farà qualunque cosa, perché qualunque atto potrà essere per lui motivo di risarcimento di danni per il danno patrimoniale che ha arrecato, in quanto non potrebbe pagare più neanche i consiglieri provinciali che dovevano ricevere uno stipendio fino al 25 maggio". Ma in caso di "ritocchi" alla Camera, il testo dovrebbe tornare al Senato e, al fatidico 9 aprile, mancherebbero pochissimi giorni.