Quirinale: lettera Grillo-Casaleggio a Pd, 'dateci i nomi'
Lettera di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio ai parlamentari del Pd per avere i nomi dei candidati per la successione di Napolitano al Quirinale. Secondo quanto si apprende da fonti Pd, i due leader 5 Stelle insistono quindi con la richiesta di una rosa di nomi per il Colle, dal momento che Matteo Renzi fara' un solo nome dopo le prime tre votazioni. Grillo e Casaleggio hanno chiesto ancora una volta i nomi dei possibili candidati al Colle, cosi' spiegano nella lettera, per poterli sottoporre al voto della Rete.
Ecco il testo della lettera di Grillo e Casaleggio pubblicata sulla pagina Facebook di Luigi Di Maio: "Cara/Caro parlamentare del Partito Democratico, le chiediamo, dopo averlo chiesto al presidente del suo partito, di esprimere le sue preferenze per i candidati alla presidenza della Repubblica. I nomi proposti dai parlamentari del Pd saranno votati dagli iscritti al M5S on line nei prossimi giorni". "Rendere pubblica una rosa dei nomi - proseguono - crediamo sia un esercizio di democrazia oltre che un ponte tra forze democratiche e un obbligo di trasparenza verso i cittadini. Il presidente della Repubblica deve essere espressione del Parlamento e non di trattative tra poche persone, chiunque esse siano, cosi' come vuole lo spirito della Costituzione". "Crediamo - concludono i 5 Stelle - che una elezione nei primi tre turni con la partecipazione delle forze di opposizione e alla luce del sole sia un modo per dare autorevolezza al prossimo presidente della Repubblica come rappresentante di tutta la Nazione e per non confinarlo alla qualifica di 'nominato'. Aspettiamo una sua eventuale risposta a questa mail".
Dissidenti M5S su piede guerra, 10 verso 'strappo' - Dissidenti del Movimento 5 stelle sul piede di guerra: dopo mesi di indiscrezioni di nuove 'fughe' da M5S, adesso sembra farsi concreta l'ipotesi di uno strappo nel Movimento. Secondo quanto apprende l'Agi, infatti, una decina di deputati sarebbe pronta a lasciare il gruppo perche', cosi' spiegano alcuni di loro, "anche stavolta non ci piace la gestione delle cose. Anche stavolta non e' stata consultata l'assemblea dei parlamentari ne' gli attivisti". I dissidenti 5 stelle, infatti, avrebbero preferito che si andasse alle consultazioni con Matteo Renzi almeno per "vedere le carte" e invece e' stata presa la decisione di dare forfait, senza coinvolgere ne' deputati ne' senatori. Tra l'altro qualcuno aveva richiesto di tenere un'assemblea congiunta, domani, mentre i capigruppo hanno deciso di per il no. E quindi non ci sara', domani, alcun momento di confronto sul tema Quirinale.