Quirinale, Mattarella: "Avevo altri piani, ma se serve ci sono" - Affaritaliani.it

Politica

Quirinale, Mattarella: "Avevo altri piani, ma se serve ci sono"

di Andrea Deugeni

L’incontro con i capigruppo delle forze di maggioranza e una delegazione dei presidenti di Regione al Quirinale che hanno formalizzato la richiesta del bis

Mattarella accetta senza porre condizioni. Mercoledì il giuramento

Il momento cruciale della giornata è stato il colloquio avuto dal presidente del Consiglio Mario Draghi con il presidente della Repubblica in mattinata. Una mediazione che ha preso atto dello stallo parlamentare fino a quel momento e ha sbloccato il dossier Quirinale, preservando a cascata la stabilità di governo. Poi, poi la salita in pellegrinaggio al Colle per chiedere a Sergio Mattarella di restare da parte dei capigruppo parlamentari, seguiti da una delegazione dei presidenti di Regione.

Nove anni fa invece furono i leader di partito e i governatori soltanto delle regioni del Nord a chiedere a Giorgio Napolitano di accettare il bis: nel 2013, infatti, il segretario del Pd Pierluigi Bersani, il leader del Popolo delle libertà Silvio Berlusconi, il leader di Scelta Civica Mario Monti andarono, separatamente, da Napolitano; subito dopo giunsero al Colle anche Roberto Maroni, Roberto Cota e Luca Zaia, governatori di Lombardia Piemonte e Veneto.

La scelta infatti fu tutta politica, nata dallo stallo che rischiava di travolgere, oltre ai partiti, anche le istituzioni, visto che l'impasse frenava anche la formazione del governo dopo le elezioni appena svolte. Questa volta siamo a fine legislatura, l'esecutivo è formato ma la sua stabilità avrebbe potuto subire ripercussioni dal voto per il Colle, il Parlamento da giorni ha espresso spontaneamente centinaia di voti per Mattarella e dunque sono stati i capigruppo a riportargli l'intenzione dei grandi elettori di chiedergli di restare. Del resto, formalmente, la richiesta è giunta dai capigruppo e dai presidenti delle Regioni.

E Mattarella, che giurerà mercoledì pomeriggio tra le 15 e le 16, ha accettato da “uomo di Stato”, è stato il coro unanime dei partiti in Transatlantico eccettoFratelli d’Italia, con poche parole: “Avevo altri piani per il futuro, ma se serve ci sono”. L’incontro con i capigruppo delle forze di maggioranza che sono usciti insieme dall’ingresso principale del Quirinale, è durato una decina di minuti.

“È andato tutto bene”, ha detto ai cronisti Simona Malpezzi capogruppo del Pd al Senato. Vista la situazione, ha riferito la capogruppo delle Autonomie al Senato Julia Unterberger, lasciando il Quirinale “lo abbiamo pregato di restare per un altro mandato”. E il sì a un nuovo settennato è arrivato senza condizioni. "Farò del mio meglio", avrebbe solo specificato alle delegazioni. Ora, gli occhi sono sul suo discorso di insediamento giovedì prossimo. Nello stesso giorno in cui scade il primo settennato.

@andreadeugeni

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