Quirinale, Mattarella si sfila dal bis e Salvini brucia definitivamente Draghi - Affaritaliani.it

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Quirinale, Mattarella si sfila dal bis e Salvini brucia definitivamente Draghi

di Daniele Marchetti

Nel giorno in cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella conversando con alcuni alunni ribadisce con forza la sua intenzione di voler abbandonare il Quirinale alla scadenza naturale del settennato, Matteo Salvini torna a proporre la candidatura dell’attuale Presidente del Consiglio Mario Draghi.

Una candidatura che, nei giorni scorsi, il leader leghista (seguito a stretto giro di posta dal Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta) aveva già avanzato in contrapposizione al fronte che, da tempo, perora la causa della riconferma di Sergio Mattarella. Un fronte sempre più folto e nel quale possono essere annoverati, per espressa dichiarazione  sia l’ex Premier Giuseppe Conte che la Ministra Mara Carfagna.

Ma è credibile la proposta (fatta in questo modo, ed in certe occasioni le forme sono piena sostanza) del Capitano lumbard? Assolutamente!

Ed i motivi sono presto detti. Innanzitutto perché la permanenza di Mario Draghi a Palazzo Chigi oltre a costituire una garanzia -preziosa- per tutti gli italiani rappresenta una certezza di competenza ed affidabilità per l’Europa finanziatrice -non lo si dimentichi mai- dell’indispensabile piano di rinascita per l’Italia: il cosiddetto PRNN.

Secondo perché, lo si voglia o no, la riproposizione del nome di Mario Draghi a Presidente della Repubblica da parte della Lega costituisce -nei fatti- una candidatura di parte, comprensibilmente inaccettabile per il Partito Democratico ed il Movimento 5 Stelle (che in Parlamento hanno la maggioranza dei voti).

Terzo perché, come ha esplicitato la stessa leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, il trasloco di Mario Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale aprirebbe il rebus delle elezioni anticipate; argomento tabù per la maggior parte dei parlamentari di prima nomina (che non avrebbero maturato ancora il diritto al “vitalizio”). Ma anche, più prosaicamente, argomento delicatissimo che aprirebbe qualche gigantesco problema con l’Europa, sempre per quelle “garanzie politiche” insite nell’Esecutivo e, soprattutto, nella persona in Mario Draghi.

Insomma nel giorno in cui Sergio Mattarella ripete di non volerne sapere di una riconferma due sono i fatti di cronaca politica da registrare: 1) la Lega ha definitivamente bruciato il nome di Mario Braghi per il Colle, 2) la corsa si riapre e tutti i giocatori (meno il Presidente del Consiglio); Sergio Mattarella in primis.