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Politica
Meloni, la Rai e le Stalingrado da espugnare. Chi arriva, chi trema e...

Tg1, Fratelli d'Italia guarda con crescente interesse a Paolo Petrecca

C'era una volta Telekabul, il Tg3 di Sandro Curzi a cui Manifesto e Unità facevano un baffo in termini di ortodossa osservanza a quel che rimaneva del comunismo italiano. Negli ultimi anni la sinistra e il PD hanno sempre comandato in Rai anche se le redazioni, in linea con il partito di riferimento, si sono caratterizzate più che altro per un radicalchicchismo da salotto. La militanza è sparita, è rimasta la resistenza con "r" minuscola, quella delle magliette rosse, dei post mai condannati sui social (alla faccia del codice etico), dei servizi tra il detto e il non-detto, delle notizie ammiccanti, delle inchieste a senso unico. Insomma quel giornalismo un po' snob che lancia in continuazione messaggi politici tra le righe ma che, a quanto pare, non arriva più alle masse e non sposta voti.

E' chiaro che il centrodestra di governo non stia pensando a "editti bulgari", ma nemmeno tollererà a lungo l'inosservanza delle regole professionali e deontologiche sacrificate sull'altare dell'ideologia.Ecco allora quali saranno le ultime "Stalingrado" da riportare alla normalità.

Tg1 e RaiUno, in termini di ascolti, sono il core business di viale Mazzini: svanita l'ipotesi di far guidare il Tg1 a Gennaro Sangiuliano, passato dal Tg2 al ministero della Cultura, Fratelli d'Italia guarda con crescente interesse a Paolo Petrecca, ora immolato nel Vietnam giornalistico di Rainews 24. Questa, la vera stalingrado dell'informazione, potrebbe essere affidata a Francesco Giorgino, sempre che il volto noto del Tg1 non riesca in qualche modo a farsi indicare come direttore dell'informazione delle rete ammiraglia. Ma il centrodestra non sta trascurando di mettere qualche professionista d'esperienza, anche neutrale, per gestire la sottovalutata partita delle radio, che entrano nelle case e nelle auto degli italiani con rassegne stampa e notiziari a volte spudoratamente di parte.

Qui potrebbe approdare Angela Mariella che sta facendo un ottimo lavoro a Isoradio. Ma a lei si guarda anche per una possibile direzione del Tg2, mettendo d'accordo Lega e Forza Italia. L'ei fu Telekabul resterà nelle mani del centrosinistra. Altra partita di primissimo piano è quella della direzione del Prime Time di tutta l'azienda, ora in mano a Stefano Coletta che sicuramente ha messo in onda il tema dei diritti, eccedendo però nella narrazione ideologica e oltranzista di molti temi.

E' altrettanto chiaro che la poltrona che scotta è quella dell'Amministratore delegato Carlo Fuortes, forse la mossa meno azzeccata del PD: per quell'incarico si fa il nome dell'ex consigliere di amministrazione Gianpaolo Rossi, la cui corsa a un ministero è stata bloccata a causa di alcuni post eccessivi contro Mattarella. E il nuovo corso meloniano non lo consente. Raiuno, radio e news sono i tre assi che il centrodestra vuol calare per la sua narrazione. Per il resto ci sarà spazio per tutti.

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