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Politica
Regionali a settembre, Zingaretti. "No ai seggi elettorali nelle scuole"

Elezioni: Zingaretti, seggi elettorali non nelle scuole ma in altri luoghi - I seggi elettorali sarebbe bene che si tengano in luoghi o edifici che non siano le scuole. E' l'appello lanciato dal segretario Pd e presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, durante una conferenza stampa all'Istituto Spallanzani di Roma. "Proprio sulla scuola mi permetto di fare un'appello al governo, al ministero dell'Interno, alle prefetture e al ministero della pubblica Istruzione: viste le scelte di carattere elettorale che si stanno facendo - ha detto Zingaretti -, sarebbe bene uno sforzo, anche per tutelare la salute, che i seggi elettorali si tengano il piu' possibile questa volta in luoghi separati della scuola, penso a grandi aree come le palestre, o concordandolo con sindaci e prefetture altri luoghi pubblici, che non siano le scuole, per evitare - ha concluso Zingaretti - di interrompere il ciclo scolastico all'apertura dell'anno scolastico".

Stati Generali: Zingaretti,e' confronto, non tirarsi indietro - "Ho fiducia in questo sforzo, e' uno sforzo difficile. Gli Stati generali sono un luogo di confronto, idee e ricette per il futuro dell'Italia. Mi auguro che nessuno si tiri indietro rispetto a questo confronto. Penso che possano far bene all'Italia". Lo ha detto il presidente della Regione Nicola Zingaretti, a margine di una conferenza stampa allo Spallanzani. "Grazie all'iniziativa italiana noi avremo decine e decine di miliardi di euro da investire sul futuro dell'Italia - ha aggiunto -. Mai negli ultimi 20 anni era accaduta una cosa del genere: le leggi finanziarie erano sempre improntate ai tagli, noi invece avremo una stagione dove saranno possibili grandi investimenti. Ora l'importante e' spenderli bene, in fretta e in una visione condivisa del sistema Paese. Gli Stati generali sono l'occasione per costruirlo insieme. Ho fiducia e mi auguro che tutti investano su questa occasione. Poi dovra' venire il tempo delle scelte, ma le scelte dopo un confronto saranno scelte piu' condivise".

Pd approva bilancio 2019 in attivo, piano risanamento triennale - La direzione nazionale del Partito Democratico ha approvato all'unanimità il bilancio 2019. Nella sua relazione in direzione il Tesoriere Luigi Zanda ha sottolineato che "il bilancio chiuso al 31 dicembre 2019 evidenzia un avanzo di gestione di euro 682.200. Un risultato non scontato in un anno caratterizzato sia da importanti avvenimenti che hanno comportato per il Partito maggiori spese (elezioni europee, elezioni regionali, elezioni primarie) sia da eventi eccezionali come la scissione di Matteo Renzi e l'uscita dal Partito dei 40 parlamentari che ha determinato una corrispondente contrazione dei loro contributi mensili". Un risultato positivo in tempi così difficili è stato possibile, ha aggiunto il senatore Zanda "grazie al sostegno pieno e continuo del segretario Zingaretti che ha condiviso in ogni circostanza la linea della prudente gestione delle risorse; al rigoroso contenimento dei costi per le spese di natura ordinaria e straordinaria; al due per mille, che nel 2019 è stato pari a ? 8.438.000, ovvero la cifra più elevata finora ottenuta dal Pd; ad una struttura organizzativa e amministrativa efficiente; alla cassa integrazione. Quest'anno ci accingiamo a richiederla per il terzo anno consecutivo - ha ricordato il Tesoriere - ed è assai improbabile che, poi, la si possa ottenere anche per un quarto anno. Ma si è pressoché conclusa l'istruttoria avviata con il sistema bancario in vista di un congruo finanziamento da destinare ad incentivi per l'uscita concordata di quei dipendenti del Partito che vorranno aderirvi". Inoltre "per una migliore razionalizzazione e una più precisa distribuzione delle risorse tra le diverse funzioni, il Partito ha istituito la funzione di Controllo di gestione - sottolinea Zanda - che diverrà operativa non appena verranno completati gli adempimenti relativi all'attribuzione dei budget alle funzioni interne del Partito". Poiché, nonostante il buon risultato del 2019, il PD ha un patrimonio netto negativo pari a 2.538.028, è stato predisposto un Piano di risanamento per il triennio 2020-2022, che, proseguendo con una gestione molto attenta ed oculata, prevede di conseguire in questo periodo dei risultati economici positivi tali da ricostituire interamente il Patrimonio netto del Partito. L'anima di un partito è il suo pensiero politico. I muscoli sono i suoi elettori, i militanti, i dirigenti. L'organizzazione e le risorse finanziarie sono la sua ossatura. Questi tre fattori sono tutti essenziali. È sufficiente che un partito manchi di uno solo di essi, per determinarne il declino. Dietro la fredda rappresentazione della realtà che emerge dalle cifre del documento di bilancio che oggi viene sottoposto all'approvazione della Direzione Nazionale - conclude Zanda - c'è il tentativo di tenere insieme tutti e tre i fattori che determinano la forza politica del Partito Democratico".

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