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Politica

Così Renzi umilia il Parlamento


Di Alberto Maggi (@Albertomaggi74)


Adesso basta. Matteo Renzi ha superato ogni limite. La fiducia sulla legge elettorale, nonostante l'ampia maggioranza di no alle pregiudiziali di costituzionalità, grida vendetta. Il presidente del Consiglio in questo modo umilia il Parlamento e straccia le regole della democrazia. Non c'era ostruzionismo nell'aria, non c'era un numero eccessivo di emendamenti che potessero rallentare i tempi di approvazione. E quindi? La forzatura della fiducia sull'Italicum, decisa con un Cdm di due minuti e annunciata dal ministro Boschi in Aula tra le proteste delle opposizioni, si spiega soltanto come un regolamento di conti all'interno del Partito Democratico. Il premier-segretario non si fida della sinistra interna del suo partito e teme che il voto sulle pregiudiziali sia stato solo un bluff per poi tentare l'affondo sugli emendamenti. Fatto sta che la fiducia su una legge di rango costituzionale è un fatto gravissimo. I crisantemi lanciati dai deputati di Sel in Aula, che hanno celebrato il funerale della democrazia, e il grido di Brunetta ("No al fascismo di Renzi") ben disegnano la situazione politica: un uomo solo al comando che fa quello che vuole che impone la sua linea al Parlamento con la minaccia del tutti a casa. Alfano e i centristi ex montiani assistono impassibili allo show di Renzi (e dicono sì a tutto per paura di non essere rieletti) mentre le varie minoranze del Pd, divise e litigiose, non riescono a costruire un'alternativa credibile al premier. Il Capo dello Stato, custode della Costituzione e rigido servitore dello Stato, a questo punto dovrebbe far sentire la sua voce. Questa volta il segretario-premier ha davvero passato il segno.