Renzi punta a 'rottamare' il Porcellum. L'ultimo ostacolo alle elezioni
Di Tommaso Cinquemani

Incassati gli applausi alla Convenzione del Pd, Matteo Renzi si sta organizzando per affrontare la sfida delle primarie. Il dibattito in televisione con gli altri candidati si terrà la sera di venerdì 29 novembre. Un bel palcoscenico dove conquistare gli elettori e spingere tutti ad andare alle urne l'otto dicembre per votare il nuovo segretario del Partito Democratico. Il rischio infatti è quello dell'affluenza flop. Se non si dovesse arrivare ai due milioni di votanti l'opposizione interna al partito avrebbe buon gioco a dipingere quella del rottamatore come una vittoria dimezzata. Per questo motivo Luca Lotti, il braccio destro del sindaco di Firenze, ha ottenuto che i gazebo vengano raddoppiati, in modo da dare la possibilità a tutti di votare.
Renzi però sta già pensando al dopo. In un modo nell'altro diventerà segretario del Pd e deve ideare una strategia per evitare di farsi logorare dalle lotte interne al partito. Per questo motivo ha messo nel mirino il governo. Lo ha detto esplicitamente: dal 9 dicembre l'esecutivo deve fare quello che dice il Pd. E il primo punto sarà la legge elettorale. Il sindaco ha incaricato D'Alimonte di stendere una nuova proposta, maggioritaria con doppio turno. Una legge che assicuri la governabilità e il bipolarismo. E su questo punto Renzi si giocherà la faccia. Una nuova legge è auspicata da tutti, ma nel corso degli anni nessuno è riuscita a farla passare. Ma c'è di più: una nuova legge elettorale diminuirebbe la solidità del governo. Ad oggi Napolitano ha fatto capire più volte di non voler indire nuove elezioni senza che il Porcellum sia rottamato. Tolto quell'ostacolo, alla prima bufera, la tentazione di andare alle urne sarà forte. E nessuno può sapere quello che succederà.
@Tommaso5mani