Partito Renzi-Silvio, nuovi dettagli. Fi addio. In cambio Colle e...
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Qualche giorno fa abbiamo scritto del progetto di partito unico tra Renzi e Berlusconi (clicca qui per leggere i dettagli), articolo che sta facendo molto discutere nel Palazzo e fuori dal Palazzo. Si tratterebbe, stando a fonti romane vicine al Pd, di uno sviluppo del patto del Nazareno. In sostanza, l'ex Cavaliere si sarebbe convinto che un po' per le divisioni del Centrodestra (impossibile far convivere Alfano e Salvini) e un po' per il piglio del presidente del Consiglio, molto apprezzato, la soluzione migliore non sia cercare di battere alle elezioni Renzi ma fare con lui un accordo politico-elettorale. Ovviamente il premier avrebbe difficoltà a far digerire al suo elettorato un'alleanza vecchio stile con il "nemico" Berlusconi e potrebbe quindi chiedere di mantenere il nome Partito Democratico, dal quale - come detto - uscirebbero in prospettiva gli esponenti della sinistra interna (da Bersani a Cuperlo passando per Fassina) per formare un nuovo soggetto politico con Vendola e con gli ex Sel di Migliore. Quando verrà il momento delle elezioni politiche, che comunque non sembrano dietro l'angolo, Berlusconi, prendendo atto dell'impossibilità di costruire una coalizione forte e coesa, appoggerebbe Renzi come candidato a Palazzo Chigi, chiedendo al segretario dem di mettere in lista alcuni dei suoi fedelissimi.
Da qui l'idea di formare una nuova Democrazia Cristiana, come scritto, ovvero una forza centrista, che continuerebbe a chiamarsi Pd, ma che sarebbe al centro della scena politica. Un raggruppamento riformista che avrebbe come bandiera il decisionismo di craxiana memoria, che tanto piace a Berlusconi (ma anche a Renzi). Non tutti gli azzurri, però, sarebbero d'accordo (Fitto e, forse, anche Brunetta). Ci sarebbe quindi una migrazione verso un raggruppamento di destra, guidato da Salvini e che comprenderebbe la Meloni, dei parlamentari di Forza Italia che non vogliono consegnarsi a Renzi. Ma Berlusconi che cosa chiede in cambio? Stando a quanto risulta ad Affaritaliani.it, l'ex Cavaliere avrebbe domandato come garanzia una riforma della giustizia radicale e non sotto dettatura dell'Anm, il via libera del Pd e del governo alla probabile fusione tra Mediaset e Telecom e nessun intervento sul conflitto di interessi. Non solo. Berlusconi vorrebbe anche inserire nella trattativa un occhio di riguardo da parte delle istituzioni italiane nei confronti della Russia di Putin, suo grande amico. Infine, l'ex presidente del Consiglio aspira a partecipare attivamente alla scelta del successore di Napolitano, quando verrà il momento. Ad esempio, no secco a Romano Prodi e scelta insieme del candidato ideale, con Giuliano Amato in cima alle preferenze di Berlusconi.