Solo Silvio può salvare Renzi. Senza riforme il governo cade
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Matteo Renzi ci ha messo la faccia. Ed è andato allo scontro perfino con Pietro Grasso: il nuovo Senato non dovrà essere una Camera elettiva. Punto. Il premier non ha alcuna intenzione di tornare indietro. E nel mese di aprile, probabilmente entro Pasqua, ci sarà il voto a Palazzo Madama. Il problema per il premier è che circa 25-30 senatori del Partito Democratico (e anche alcuni di Ncd come Roberto Formigoni) sono d'accordo con l'ex procuratore anti-mafia e prepareranno un proprio disegno di legge nei prossimi giorni.
E quindi si andrà allo scontro in Aula sulla riforma tanto cara a Renzi. Il capo del governo ha lanciato l'aut-aut: o si fa come dico io o me ne vado. E così sarà. Dal quartier generale del Pd spiegano chiaramente che l'ex sindaco di Firenze non ha intenzione di mediare e che in caso di bocciatura anche per un solo voto in Senato della sua riforma si dimetterà immediatamente e si andrà subito alle elezioni con il proporzionale uscito dalla Consulta. I numeri, al momento, non sono favorevoli a Renzi.
Il rischio è elevato. Sel, M5s e Lega non daranno nessuna mano al premier. E nemmeno i fuoriusciti grillini. L'unica speranza per il presidente del Consiglio è quella di riallacciare il dialogo con Berlusconi. "Se ha la sponda con l'ex premier ce la può farà. Ma i rapporti con Forza Italia si sono raffreddati dopo che Renzi ha dovuto accontentare Alfano sull'ordine del giorno che prevede la legge elettorale dopo la riforma del Senato", spiega ad Affaritaliani.it un parlamentare democratico. In sostanza, dunque, soltanto Berlusconi può mettere al riparo riforme, premier e governo. Senza l'apporto di qualche senatore azzurro - che al momento non è previsto ma i contatti con Verdini potrebbero sempre rilanciare l'asse Matteo-Silvio - c'è il serio pericolo che non solo il governo ma addirittura la legislatura possano finire già prima di Pasqua.