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Politica
“Riforma del Mes? L’Italia faccia la sua parte”

Il nervo scoperto all’interno della maggioranza di governo rimane il Mes. Sia che si tratti dell’utilizzo dei 37 miliardi a sostegno della sanità e sia che si tratti del più ampio disegno di riforma del trattato. E a mettersi di traverso sono sempre i Cinque stelle, marcando se possibile in maniera ancora più netta la distanza dal Partito democratico. Le maggiori riserve pentastellate risiedono nel timore che la riforma del trattato sia preludio a un via libera all’impiego dello strumento salva-Stati sulla sanità. Il problema però adesso è cogente. Se sul piano interno, infatti, si è cercato in tutti i modi di rimandare una decisione finale sul via libera o meno al Mes sanità, il calendario Ue non aspetta di certo che l’Italia trovi la quadra. Lunedì prossimo è previsto l’Ecofin e l’Italia, con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, dovrebbe sciogliere la riserva e quindi dare o meno il via libera alla riforma del Mes (con il meccanismo del backstop nelle crisi bancarie). Insomma, un vero e proprio dentro o fuori. Di fronte all’arroccamento del suo Movimento, è il deputato Giorgio Trizzino, che ha anche aderito all’intergruppo parlamentare “Mes subito”, a sottolineare la necessità di tenere separate le due questioni. E, più in generale, intervistato da Affaritaliani.it, invita “tutti i partiti, non solo il Movimento, ad abbandonare posizioni preconcette e ideologiche che fanno esprimere giudizi in un senso o nell’altro. Vorrei - ha aggiunto - che tutti fossimo liberi da condizionamenti. In un momento complesso come quello che stiamo vivendo, infatti, non portano da nessuna parte”.

Trizzino, intanto, quello che si registra è un irrigidimento del M5s rispetto alla riforma complessiva del Meccanismo europeo di stabilità. Come se ne esce?
Il Movimento cinque stelle è sempre stato per lo più contrario alla riforma organica del Mes e, tra l’altro, l’Italia è stato l’unico Paese a sottrarsi a questa revisione. Personalmente, ritengo che comunque nella fase attuale vada data la massima libertà al ministro Gualtieri e al presidente Conte di verificare quali siano i parametri e le condizioni di questa revisione complessiva della strategia Mes. Dopodiché, in base a quelle che saranno le risultanze, sì che sarà interessante un confronto politico a cui nessuno si deve sottrarre, compreso il M5s.

Facile a dirsi, verrebbe da dire.
Io sono sempre stato dell’opinione che è indispensabile, specialmente in questo momento, conoscere i documenti. Vorrei che fosse chiaro a tutti i partiti, che tifano per l’una o per l’altra soluzione, che dobbiamo prima comprendere quali sono le effettive carte che ci fornisce l’Europa e in base a quelle fare le valutazioni finali.

Da un lato il sì preliminare all’accordo sulla riforma organica del Mes e dall’altro la questione dell’utilizzo dei 37 miliardi. In casa Cinque stelle, però, questi due livelli sembrano intersecarsi. E’ giusto collegare i due piani?
Sono linee differenti. La prima è quella generale di visione complessiva del Mes come intervento a supporto degli Stati ed è quella su cui si andranno a fare le effettive valutazioni e verifiche. L’altra è, invece, specifica ed ha una sua autonomia. Su questo fronte le condizioni sono state già stabilite. Che possa diventare uno strumento politico per ostacolarsi a vicenda all’interno della maggioranza mi pare un atteggiamento da non perseguire. A maggior ragione ora con l’emergenza Covid da fronteggiare e una necessità immediata di risorse rispetto alla quale non riusciamo a far fronte con i nostri fondi.

Per sciogliere il primo nodo si attende l’informativa di Gualtieri. Alla Camera interverrà in commissione Bilancio, al Senato è ancora da stabilire se il suo intervento sarà in Commissione o direttamente in Aula. La possibilità che l’Italia arrivi a porre un veto è concreta? Quale linea prevarrà alla fine, secondo lei?
La linea di una ragionevole aderenza alle risultanze. Più che sulle rassicurazioni, sarà sulle carte che faremo le valutazioni perché l’Europa non può rassicurare a parole. Servono documenti probanti. Dopodiché il mandato al ministro Gualtieri e al presidente del Consiglio Conte deve essere pieno.

Sul fronte del Mes sanità, invece, dal suo punto di vista, non occorrono ulteriori verifiche. E’ così?
La linea creditizia che riguarda il Mes sanità è un discorso a parte. E’ un’apertura di credito che riguarda esclusivamente gli interventi sul sistema sanitario, sulle modalità di supportare la linea sanitaria. Su questo occorre fare una riflessione diversa perché qui le condizioni sono già chiare e palesi e, quindi, non ci dovrebbero essere condizioni o vincoli capestro. Uso il condizionale proprio perché, è chiaro, pure qui occorre fare verifiche.  

E’ sempre dell’idea, però, che lo strumento del Mes, come  tutte le altre forme di finanziamento necessarie a supportare il sistema sanitario nazionale, vada attivato?
Non ho cambiato idea.  Sono dei finanziamenti immediatamente disponibili, cospicui, che ci aiuterebbero a far fronte a questa situazione veramente complessa che stiamo gestendo. Dunque, io sono abbastanza sereno nel giudizio e nelle valutazioni. Non vorrei che ci fossero invece posizioni preconcette e ideologiche da cui scaturissero giudizi in un senso o nell’altro. Vorrei che fossimo, tutti, veramente liberi da ogni condizionamento.  


 

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