La riforma della scuola è legge. Caos alla Camera, bagarre Lega. Foto
A mezzogiorno, come previsto, il ddl 'Buona scuola' diventa legge. L'aula della Camera, in terza lettura, ha dato il via libera definitivo alla riforma del sistema scolastico del governo Renzi, con 277 sì, 173 no e 4 astenuti. Il 26 giugno il disegno di legge è stato votato in Senato, dove l'aula ha dato il via libera alla fiducia sul maxiemendamento con 159 voti favorevoli e 112 contrari.
A favore hanno votato Pd, Area popolare (Ncd-Udc), Scelta civica, Pi-Cd, Psi, Minoranze linguistiche. Contrari M5s, Forza Italia, Lega, Sel, Alternativa libera, Fratelli d'italia. In dissenso dal gruppo Gian Luigi Gigli e Mario Sberna (Pi-Cd) non hanno partecipato al voto. Carlo Galli (Pd), anche a nome anche di altri deputati democratici, ha espresso il 'no' al provvedimento. 'No' anche dal deputato Stefano Fassina (misto). Filippo Fossati (Pd) ha dichiarato il non voto del ddl.
La seduta è stata sospesa solo una volta, brevemente. Il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, ha espulso il capogruppo della Lega Nord, Massimiliano Fedriga, a cui erano state rivolte ripetute richieste di fermare la protesta messa in atto dal gruppo con dei cartelli che recitavano "Giù le mani dai bambini".
La Lega si è detta soprattutto contraria all'introduzione della teoria gender: "Inaccettabile che si tenti di far passare subdolamente questa norma che spalanca le porte delle nostre scuole alla cultura gender. La Lega denuncerà ogni singolo episodio che accadrà negli istituti scolastici sensibilizzando genitori e opinione pubblica" ha detto il deputato della Lega Stefano Borghesi.
Contrario anche Sel: "Oxi alla 'buona scuola' di Renzi" si leggeva sui cartelli in bianco e blu, i colori della bandiera greca, che sono stati portati dai deputati sui banchi di Montecitorio. Il vicepresidente Giachetti ha chiesto ai commessi di rimuovere i cartelli. Protesta anche il M5s con una lettura in coro degli articoli 3, 33 e 34 della Costituzione dedicati alla scuola e alla ricerca.
PUNTO PER PUNTO LA RIFORMA DELLA SCUOLA: COSA CAMBIA
Assunzioni in vista
Confermate oltre 100 mila assunzioni, ma a settembre entreranno solo i professori necessari per coprire i posti disponibili e vacanti. Tutti gli altri verranno assunti nel corso dell'anno con decorrenza giuridica dal primo settembre 2015, ma con lo stipendio dall'effettiva presa di servizio. Per il prossimo anno scolastico varranno le vecchie regole, dal 2016 le nomine avverranno per chiamata dei dirigenti. I docenti non verranno confermati solo se cambierà il piano dell'offerta formativa. In futuro si diventerà insegnanti di ruolo solo attraverso i concorsi che verranno banditi su base regionale. Secondo il governo ogni scuola potrà disporre di circa 6 insegnanti in più per potenziare le attività formative (per un totale di circa 50 mila docenti distribuiti in 8500 istituti). «In realtà - sottolinea Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda insegnanti - non ci sarà alcun potenziamento dell'organico, perché i posti coperti saranno soltanto quelli delle supplenze. Nel prossimo anno scolastico, comunque vada, avremo circa 60 mila cattedre senza insegnanti di ruolo».
L'autonomia
Entro il mese di ottobre che precede ogni triennio, i collegi dei docenti elaboreranno il Piano triennale dell'autonomia sulla base degli indirizzi delineati dal dirigente.
I super-presidi
Avranno il potere di valutare i neoimmessi in ruolo insieme con il Comitato di valutazione, e di premiare i docenti migliori sulla base di criteri decisi dal Comitato stesso. Dal 2016 sceglieranno i docenti da assumere, pescando negli albi territoriali sulla base delle esigenze definite nel Piano dell'offerta formativa. Nomineranno fino al 10 per cento di insegnanti come loro collaboratori, ridurranno le classi troppo affollate (ma non è chiaro come sarà fatta la redistribuzione) e assegneranno le supplenze fino a 10 giorni. Anche i presidi dovranno rispondere delle loro scelte: saranno a loro volta sottoposti a valutazione.
Curriculum specifici
Durante gli ultimi tre anni delle superiori le scuole possono introdurre materie opzionali per personalizzare il percorso degli studenti, con ore aggiuntive rispetto a quelle previste o sfruttando la quota di flessibilità oraria prevista dall'autonomia.
Scuole aperte
Durante le vacanze, le scuole potranno dare in uso i propri locali ad enti e onlus del terzo settore per attività ricreative, culturali e di formazione. Chi usa le scuole sarà responsabile della loro sicurezza.
La formazione dei prof
Dal 2016, i docenti avranno la Carta dell'insegnante: potranno usarla per pagare acquisti legati all'aggiornamento - abbonamenti a riviste, libri, spettacoli teatrali ed altro - fino a 500 euro l'anno. Ci sarà però una vera e propria attività di formazione obbligatoria, permanente e strutturale.
Le reti di scuole
Permetteranno alle segreterie di liberarsi di alcuni carichi burocratici. Si occuperanno di pensioni, ricostruzioni di carriera, contributi.
Detrazioni e donazioni
Chiunque potrà donare alle scuole fino a 100 mila euro all'anno, ottenendo agevolazioni fiscali. Chi manda i figli nelle paritarie potrà avere una detrazione fino a 400 euro l'anno.
Edilizia
Il governo ha investito quasi 4 miliardi per costruire nuove scuole, e migliorare sicurezza e aspetto di quelle esistenti.
Valutazioni e premi
Il compito di valutare i professori spetterà ad un comitato composto dal dirigente, docenti, studenti, genitori e un esterno individuato dall'Ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici. Ogni 3 anni 2 insegnanti su 3 avranno 60 euro in più netti al mese.
Gli stage in azienda
Durante gli ultimi tre anni della secondaria di secondo grado saranno attivati percorsi di alternanza scuola-lavoro per almeno 400 ore negli istituti tecnici e nei professionali e per almeno 200 ore complessive nei licei, eventualmente anche durante le vacanze.