Politica
Giustizia, Sisto (FI): "La partita del SI' va giocata fino al novantesimo". Delmastro (FdI): "Con la riforma archiviano un mercimonio"
Vice-ministro e sottosegretario dopo il sondaggio di Affari

Il vice-ministro della giustizia Francesco Paolo Sisto, Forza Italia, e il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro, Fratelli d'Italia
"I sondaggi sono, è vero, incoraggianti, danno forza psicologica ed aumentano il nostro convincimento di essere nel giusto. Ma la partita del SI' va giocata fino al novantesimo consapevoli che non ci sono tempi supplementari, né calci di rigore". Lo afferma ad Affaritaliani il vice-ministro della giustizia Francesco Paolo Sisto, Forza Italia, commentando i risultati del sondaggio realizzato dall'istituto demoscopico Lab21 (per Affaritaliani) sul referendum confermativo, che si terrà tra marzo e aprile del 2026 sulla riforma costituzionale della giustizia approvata in via definitiva dal Parlamento ma senza la maggioranza dei due terzi. Il 55,9% degli intervistati dichiara che voterà SI', solo il 27,3% del campione dichiara che voterà NO mentre il 16,8% si dichiara ancora indeciso.
"Questa è una riforma nell'interesse dei cittadini, come dei magistrati: il messaggio deve essere forte e chiaro. Un giudice, come da Costituzione, terzo ed imparziale, distante e diverso dall'accusa come dalla difesa, dà più sicurezza a chi entra in un'aula di giustizia? SI'! Un magistrato che finalmente viene liberato dal peso delle correnti, dalla necessità di schierarsi per potere fare carriera e che finalmente potrà fare valere i suoi meriti a prescindere dagli appoggi correntizi è più libero, 'autonomo ed indipendente'? SI'!", sottolinea Sisto.
"La resistenza alla sacrosanta riforma è solo della Magistratura correntizia (ben diversa da quella che quotidianamente 'sgobba') per proteggere le posizioni di potere acquisite in questi anni 'griffati Palamara', una neo-casta capace persino di respingere l'idea di una giustizia disciplinare finalmente autonoma, come accade del resto per notai e avvocati, quegli avvocati che, in tutta Italia, aprono decine e decine comitati per il SI', spontaneamente e gioiosamente".
"Gambe in spalla! Informare correttamente i cittadini è il nostro primo dovere, per evitare le interessate deformazioni di una lotta 'politica vs. Magistratura' ovvero di una inesistente guerra fra maggioranza e opposizione politica. Questa riforma migliora il sistema-giustizia, fa crescere decisivamente la credibilità della Magistratura, aiuta, con il processo davvero giusto, la nostra democrazia, meravigliosamente protetta dalla Costituzione della Repubblica", conclude il vice-ministro della giustizia Sisto.
PAROLA ANCHE A FRATELLI D'ITALIA
"Sono intimamente convinto che il sondaggio rifletterà gli esiti reali del referendum". Lo afferma ad Affaritaliani il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro, Fratelli d'Italia, commentando i risultati del sondaggio realizzato dall'istituto demoscopico Lab21 (per Affaritaliani) sul referendum confermativo, che si terrà tra marzo e aprile del 2026 sulla riforma costituzionale della giustizia approvata in via definitiva dal Parlamento ma senza la maggioranza dei due terzi. Il 55,9% degli intervistati dichiara che voterà SI', solo il 27,3% del campione dichiara che voterà NO mentre il 16,8% si dichiara ancora indeciso.
"La riforma costituzionale della giustizia è una necessità storica avvertita dagli italiani. Per anni, anche a sinistra, è stata invocata, senza però mai avere il coraggio di percorrerla sino in fondo. Separare le carriere per garantire veramente il giusto processo è una battaglia di civiltà", sottolinea l'esponente del partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
"Soprattutto gli italiani hanno intravisto, con il Palamara gate, dal buco della serratura un mercimonio che vogliono archiviare per garantire che la stragrande maggioranza di giudici per bene possano confidare sul loro merito per fare carriera e non sull’affiliazione a questa o a quell’altra corrente. Garantire il giusto processo e riconferire onorabilità sociale alla Magistratura italiana non sono battaglie di parte, ma una necessità storica che trova consensi anche fuori dal perimetro del Centrodestra", conclude Delmastro.
