Politica
Riforme, il ddl Boschi in Senato giovedì

Il ddl riforme costituzionali approdera' in Aula al Senato gia' domani, per proseguire l'esame per tutto il giorno e poi riprendere anche nella giornata di venerdi'. E' quanto ha stabilito, a maggioranza, la conferenza dei capigruppo di palazzo Madama. A riferirlo e' la capigruppo di Sel, Loredana De Petris.
Durante la lunga riunione della conferenza dei capigruppo del Senato c'e' stato un duro scontro tra la maggioranza e le opposizioni sull'iter del ddl Boschi. A riferirlo e Loredana De Petris (Sel), che giudica una "forzatura" la richiesta del Pd di calendarizzare gia' per domani il Ddl costituzionale per l'Aula, bypassando l'iter in commissione.
Intanto Matteo Renzi ha convocato per lunedì pomeriggio una direzione del Pd
"Penso che un accordo" sulle riforme "si puo' ancora fare e penso che dipende da Renzi. La prova muscolare della conta in direzione non serve a nulla. Servirebbe invece una apertura politica che, purtroppo, in questi giorni non c'e' stata". Lo ha detto Roberto Speranza interpelato dai giornalisti.
"Ho riproposto il voto sull'istituzione di un comitato ristretto che per me e' la soluzione del problema". Cosi' il senatore della Lega Roberto Calderoli che ha confermato di aver dato "la disponibilita' a ritirare gli emendamenti" lasciandone solo 10. Se il governo "vuole andare in aula e' perche' in commissione non ha i numeri. Non e' per il numero degli emendamenti, ma in ogni caso i numeri non li ha comunque.
La decisione di portare in Aula le Riforme gia' domani e' una "forzatura inaccettabile". Lo sottolineano le opposizioni con Forza Italia e Sel. "Si va avanti sempre a mostrare i muscoli", sottolinea la senatrice di Sel e capogruppo del Misto Loredana De Petris. "Si e' persa una occasione di fare un lavoro che tentasse di dare un minimo di senso a una riforma pessima", aggiunge. La procedura forzata "e' contraria allo spirito della Costituzione", osserva ancora e annuncia: continueremo la nostra battaglia in Aula". "E' grave che tutto questo sia stato organizzato ieri" con i "diktat di Palazzo Chigi" ed e' "grave che la presidente abbia dichiarato l'inammissibilita'" degli emendamenti, osserva a proposito della decisione di Anna Finocchiaro, "per fare trovare il presidente Grasso davanti al fatto compiuto".
Anche Paolo Romani, capogruppo FI, parla di "forzatura inaccettabile mentre il ritiro degli emendamenti poteva preludere ad un approfondimento in commissione. Nonostante questo gesto di generosita' la maggioranza ha ritenuto di chiedere la calendarizzazione del ddl a partire da domani con termine della discussione generale per mercoledi' sera", prosegue. La presidente Finocchiaro, aggiunge, aveva "delegato" la ricerca di un accordo alla "politica ma la politica, cioe' la maggioranza si e' rifiutata anche a questo. E' una doppia forzatura ancora piu' inaccettabile", osserva ancora.
Nessuna forzatura da parte del Pd e della maggioranza nel chiedere l'approdo in Aula del ddl Boschi gia' domani, saltando il passaggio in commissione Affari costituzionali. Semmai, "la forzatura e' quella di chi ha presentato 550mila emendamenti, una cosa che non si e' mai avuta nella storia della Repubblica. Chi ha manovrato gli emendamenti ha una responsabilita'". Lo afferma il capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda, al termine della Conferenza dei capigruppo, replicando alle accuse delle opposizioni.