Politica
Senato, esame dell'articolo 2. Grasso: "Io sono imparziale"

Nell'aula del Senato è ripreso l'esame del ddl Boschi di riforma costituzionale. Dopo l'approvazione ieri dell'articolo 1, oggi si è passati all'articolo 2, uno dei più delicati perché riguarda l'elettività dei senatori ed è stato oggetto di lunghe discussioni interne al Pd. Si è iniziato dall'esame degli emendamenti, ammessi come è noto al solo comma 5, unica parte modificata nelle due letture di Camera e Senato. Anche oggi la maggioranza ha tenuto: con 176 voti l'Aula ha bocciato l'emendamento soppressivo dell'articolo 2 al disegno di legge Boschi che avrebbe annullato l'intera riforma. La stessa cifra con cui ieri è stato respinto un emendamento di Sel e un voto in meno dei 177 'sì' all'emendamento 'canguro' firmato dal senatore renziano Stefano Cociancich. Il picco di ieri viene addirittura superato con 211 voti nella seconda votazione della mattinata che ha riguardato l'emendamento soppressivo del comma 5 dell'articolo 2 sull'elezione dei futuri senatori.
Solo un voto segreto. Delle 6 votazioni segrete all'articolo 2 del ddl Boschi annunciate due giorni fa dal presidente del Senato, se ne farà in realtà una sola. Si tratta di un emendamento firmato dal leghista Roberto Calderoli che di fatto riassume le due proposte di modifica sottoscritte dal suo collega Stefano Candiani che ieri avevano agitato non poco il Pd visto che di fatto, una in particolare, ripristinava l'elezione diretta dei senatori.
Ok del governo a emendamento Finocchiaro. Il governo ha dato l'ok all'emendamento a prima firma Finocchiaro presentato all'articolo 2 delle riforme. Il parere favorevole al testo, che recepisce l'intesa della maggioranza sulle modalità di elezione del nuovo Senato, è stato dato dal ministro Maria Elena Boschi che ha dato, invece, parere contrario del governo a tutte le altre proposte di modifica.
Grasso: "Io arbitro imparziale". "Continuo a essere imparziale e arbitro": il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha replicato così al senatore M5s Alberto Airola che lo aveva accusato di non essere imparziale. Ma il Movimento 5 stelle è tornato all'attacco: stavolta è Nicola Morra ad accusare la seconda carica dello stato di aver "piegato la Costituzione a uso e consumo della maggioranza". "Noi - ha detto - stiamo celebrando una pantomima, una farsa", parliamo di "riforme senza entrare mai nel merito delle questioni perché in Commissione non abbiamo mai avuto la possibilità di effettuare votazioni. C'è stata un'imposizione da parte del governo cui per citare la senatrice del Pd Laura Puppato parte del Pd si è sventuta per un piatto di trippa. C'è stata una mediazione che è una retrocessione, un atto di prostituzione". Quindi ha citato Gesù: "Mi verrebbe da dire :Dio perdonali perché non sanno quello che fanno". E Grasso ha commentato ironico: "Siamo già alla crocifissione".
Poi, rivolgendosi alla Lega, che è tornata sulla richiesta di avere l'emendamento 'autografo' del senatore Cociancich sull'articolo 1, Grasso ha risposto che il documento "esiste, è intestato, è stato sottoscritto e non è stato disconosciuto" dal senatore dem.
La polemica. L'intervento del presidente del Senato arriva dopo che sul senatore Pd sono piovute le critiche non solo del Carroccio, ma anche di Sel e Movimento cinque stelle. "Voglio sapere chi ce lo ha portato quell'emendamento, voglio vedere se la firma è a prova di perizia calligrafica", aveva detto il leghista Calderoli, mentre da più parti si è levato il sospetto (espresso da Gasparri pubblicamente in Aula) che dietro alla modifica dell'ex capo scout di Renzi ci fosse la mano esperta di Paolo Aquilanti, segretario generale di Palazzo Chigi, conoscitore dei regolamenti parlamentari e, quindi, in grado di trovare il modo più adatto per evitare l'ostruzionismo dell'opposizione. Se Cociancich non fosse il vero autore del testo, l'emendamento dovrebbe venire dichiarato inammissibile visto che c'è una norma del Regolamento del Senato (la stessa che citò il Pd per far decadere gli 85 milioni di emendamenti presentati dalla Lega) in cui si dice che le proposte di modifica per essere valide dovrebbero essere sottoscritte con firma autografa e i proponenti ne dovrebbero avere piena contezza.
Paternità rivendicata. A fugare ogni sospetto è intervenuto lo stesso senatore Pd al centro della polemica, Roberto Cociancich, che ha rivendicato la paternità dell'emendamento: "Non avevo preso la parola anche per rispetto nei suoi confronti perché per me la parola del presidente del Senato non si discute. Assumo comunque la totale paternità dell'emendamento. E ne ho presentati anche altri alla riforma", ha detto, rivolgendosi in Aula a Grasso.
Fittiani annunciano ricorso a Consulta. Mentre proseguono i lavori in Aula, arriva l'annuncio da parte del senatore dei conservatori e riformisti, Francesco Bruni, dell'intenzione di ricorrere alla Corte costituzionale, in caso di approvazione del ddl Boschi: "Avremmo preferito abolire articolo 2, non condividevamo fin dall'inizio
l'idea di eliminare l'elettività diretta del Senato. In caso di approvazione ricorreremo alla Corte costituzionale. In quanto la cancellazione del suffragio universale viola palesemente l'articolo 1 della Costituzione", ha detto.