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Politica
"Rimpasto? Lo vogliono Renzi-Di Maio". Conte smentisce il Corsera: "Mai detto"

Scoppia la polemica tra Giuseppe Conte e il Corriere della Sera. Tutto per alcuni virgolettati e pensieri, attiribuiti al premier, che non sarebbero mai stati annunciati o espressi. "In merito al colloquio con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, pubblicato sul Corriere della Sera, si precisa che l'unico tema trattato è stato il Recovery Plan" si legge in una nota di Palazzo Chigi. "Tutte le altre ricostruzioni contenute nell'articolo, incluse quelle relative al c.d. rimpasto e al ruolo di Luigi Di Maio e Matteo Renzi, non solo non corrispondono a parole espresse dal presidente del Consiglio ma non corrispondono neppure ai suoi pensieri", conclude la nota.

Ma che cosa è andato in stampa sul Corriere? Partiamo dall parte non dibattuta. Il governo si appresta ad affrontare una fase cruciale per le sorti del Paese. E' tempo di stringere per il Recovery Fund e definire la Manovra di bilancio. Il premier Giuseppe Conte ha le idee chiare sul percorso che attende l'Italia, in un momento difficile come questo, a causa dell'emergenza Coronavirus. "Quei 209 miliardi - spiega Conte al Corriere della Sera - sono per il nostro Paese la sfida della vita, sarebbe doloroso non arrivare fino in fondo. Riusciremo a dare la svolta, con l’Europa abbiamo studiato un percorso a scorrimento veloce del Recovery. Stiamo facendo tantissimo, nonostante il clima di confusione che ogni tanto si alza". Sull'ipotesi di un rimpasto di governo, il premier raffredda la questione. "Stiamo lavorando - 

SMENTITA DI PALAZZO CHIGI, "CONTE HA PARLATO SOLO DI RECOVERY, NON DI RIMPASTO"

"In merito al colloquio con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, pubblicato sul
Corriere della Sera, si precisa che l'unico tema trattato è stato il Recovery Plan. Tutte le altre ricostruzioni contenute nell'articolo, incluse quelle relative al c.d. rimpasto e al ruolo di Luigi Di Maio e Matteo Renzi, non solo non corrispondono a parole espresse dal presidente del Consiglio ma non corrispondono neppure ai suoi pensieri". Lo precisa palazzo Chigi.

prosegue Conte al Corriere - per impedire che il destino del Paese sia appeso alle sorti dei singoli. Non possiamo rincorrere le ambizioni di qualcuno che spera in ruoli più importanti".

Il premier pensa soprattutto a Renzi e Di Maio più che al Pd, per l'ipotesi rimpasto: "Il leader di Italia Viva, avendo fondato un partito nuovo, non ha ottenuto i risultati che sperava". Nella cabina di regia del Recovery, "che riferirà periodicamente non solo al Consiglio dei ministri ma anche al Parlamento", entreranno Roberto Gualtieri per il Pd e Stefano Patuanelli per il M5S, oltre al capo del governo. "I progetti del Recovery - prosegue Conte - richiedono rapidità di esecuzione. Non c’è nessun ritardo, siamo in dirittura finale. La Ue con la presidente Ursula von der Leyen ha messo su una struttura con la quale giorno per giorno ci confrontiamo. Il prossimo passaggio richiederà il coraggio di selezionare i progetti migliori e quando arriveremo alla fine saranno già stati esaminati». Infine il Mes, con la strettoia del 9 dicembre in Aula. Il Partito democratico su quei 37 miliardi per la sanità non fa marcia indietro, i 5 Stelle invece per votare sì alla riforma vogliono l’impegno formale che il governo non li prenderà. E a Palazzo Chigi non vedono altre vie d’uscita: "Il Mes non ci serve, l’Italia non ne ha bisogno".

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