Round Conte-Salvini in Senato sulla scuola: KO alla prima ripresa
Le idee più chiare sembrano quelle del Presidente del Consiglio (oltre che ben più opportune) rispetto all’ex Ministro dell’Interno
Giuseppe Conte nel doppio passaggio Camera - Senato ha evidenziato la necessità di valorizzare la professione dell’insegnante. Finalmente qualcuno pare rendersi conto che il punto debole storico del nostro paese è stato l’abbandono del comparto Istruzione che ha provocato come conseguenza una certa arretratezza dal punto di vista dell’innovazione se non proprio della mentalità.
Per quanto gli italiani siano notoriamente dotati di inventiva è solo con uno Stato vicino alle nuove generazioni che possiamo ottenere sviluppo grazie alle menti su cui abbiamo investito, non certo costringendo quest’ultime ad emigrare.
Una scuola che eccelle, in cui si riconoscano meriti ed esperienze, riduce la dispersione scolastica e permette la selezione dei migliori.
Il Primo Ministro ha quindi indicato come urgenza nuovi concorsi che abbattano il precariato dei docenti e salari più alti, un segnale forte e chiaro che va nella giusta direzione.
Il punto debole del pensiero del Presidente è il riferimento all’“imparare come” in antitesi all’”imparare cosa”; è verissimo che nella vita ormai si svolgano molti lavori diversi per cui è un bene imparare a crescere come persone e saper ragionare come gruppo, ma ciò è già in atto da anni anche grazie alla mentalità dell’inclusione che si è diffusa capillarmente in ambito scolastico, all’utilizzo delle risorse informatiche, al connubio scuola web. Imparare cosa, cioè il trasmettere il sapere di una materia, soprattutto a livello di scuola superiore, è fondamentale per non generare un popolo di ignoranti e perché solo in questo modo ci si può ben orientare qualora si scelga la strada dell’Università.
Attenzione quindi a non esagerare con il cosiddetto “umanesimo”, travisandolo in lassismo; già di per sé il lavoro non è più fisso, i punti fermi spesso sono assenti nelle famiglie e quindi l’equilibrio deve essere la stella polare in ogni aspetto dell’insegnamento anche in quello meno conosciuto e più oscuro.
Il pericolo che ci troviamo di fronte in epoca di social network, di conformismo, di condivisioni facebook, di omologazione è che si perda definitivamente quell’equilibrio naturale tra identità individuale ed identità sociale con uno sbilanciamento verso la seconda (si pensi a quanto il conformismo generi i casi di esclusione e bullismo).
L’identità individuale equivale ad esempio alla coerenza, all’onestà intellettuale, al coraggio di esprimere valutazioni critiche anche quando si è minoranza o addirittura soli. Spesso è proprio grazie a questo fattore (di crescita!) che si hanno intuizioni (insight) che restituiscono scoperte scientifiche.
Chi dispone di una marcata identità individuale inoltre, è spesso il cardine nei “cooperative learning” (apprendimento cooperativo), il punto di riferimento che trasmette sicurezza ed efficacia (leadership).
Altro aspetto da valutare a proposito di “saper come” è sapere come il nuovo Governo finanzierà questi correttissimi intenti, mi auguro non vada a pescare in risorse già destinate alla scuola (come ad esempio il “Premier mancato” Cottarelli vorrebbe).
Buona inoltre l’intenzione di rendere totalmente gratuiti gli asili nido ma alcuni Senatori PD hanno messo questa potenziale riforma in antitesi a Quota 100; Quota 100 ha permesso a moltissimi docenti di andarsene in pensione e ad altrettanti di entrare nel mondo del lavoro (i posti ancora vacanti possono essere “riempiti” da neolaureati).
Al contrario di Conte l’“alter ego” Matteo Salvini ha messo l’accento sulla scuola privata confermando quanto avevo scritto nei precedenti articoli: la Lega puntava all’autonomia differenziata per poter destinare ingenti finanziamenti pubblici alle scuole non statali e questo nonostante che nel contratto con i 5s non si accennasse alla scuola.
Direi che una volta ancora, nel merito ed al netto di carisma, credibilità ecc, le idee più chiare sembrano quelle del Presidente del Consiglio (oltre che ben più opportune) rispetto all’ex Ministro dell’Interno.
Marco Giannini – Grillin fuggiasco.
Commenti