Scelta civica verso la scissione. I popolari abbandonano l'assemblea

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Da domani finisce il percorsocomune tra l'Udc e Scelta Civica. Per certificare la spaccatura "occorre aspettare la fine dell'assemblea", come sottolinea il presidente di Scelta Civica Alberto Bombassei, ma la fine del progetto montiano, cosi' come concepito meno di un anno fa, e' rappresentato plasticamente dall'uscita di una trentina di esponenti popolari dalla sala in cui si teneva l'assemblea.
Mentre il presidente dell'assemblea Renato Balduzzi dava il via libera che permetteva di votare anche ai delegati regionali, il deputato Gitti sbottava che "cosi' non si puo'!" ricevendo il sostegno di Mario Marazziti. E' stato il capogruppo alla Camera, Lorenzo Dellai a prendere per primo l'iniziativa di abbandonare la sala portandosi dietro una trentina di parlamentari. Numeri con cui Scelta Civica si ritrovera' a fare i conti nei prossimi giorni quando i montiani si ritroveranno, salvo ripensamenti dell'ultimo minuto, in minoranza nel gruppo del Senato.
Il primo a certificare la fine dell'esperienza neo-cetrista e' stato il presidente Alberto Bombassei, appunto, ma che si tratti di un esito scontato lo si capisce anche solo leggendo le cronache delle ultime settimane vissute dal movimento. E oggi Mario Monti e' tornato a criticare a posizione di chi, dall'interno del partito, chiedeva un superamento del partito stesso. La crepa che si e' andata allargando nelle settimane fino a provocare la rottura totale e' stata rappresentata dalle 'riserve' mosse dall'allora presidente del partito, Mario Monti, nei confronti della legge di stabilita'. Riserve accompagnate dalla presa di posizione dei 'popolari' che, con il ministro Mario Mauro in testa, hanno chiesto un sostegno piu' convinto all'azione di governo, facendo contemporaneamente riferimento alla necessita' di guardare a un progetto che coinvolgesse in maniera piu' organica l'Udc e, quindi, un "superamento" del progetto Scelta Civica in favore di un progetto popolare di ispirazione europeo.
Immediata la reazione di Mario Monti che, dimettendosi dalla presidenza, ha dato la sua lettura di quanto stava accadendo: i 'popolari', per il Professore, guardano a Casini e soprattutto a quanto sta avvenendo all'interno del Pdl perche', ha avuto modo di spiegare Monti, "vi intravedono delle opportunita' elettorali". Una previsione cui il documento varato oggi dall'Udc ha dato in parte ragione, A fare precipitare la situazioe, infine, la scelta dei popolari al Senato che, contravvenendo alle indicazioni del neo presidente, Alberto Bombassei, hanno riunito i senatori per eleggere il successore di Gianluca Susta a capo del gruppo al Senato. Lucio Romano e' stato eletto nel corso di una assemblea del gruppo a cui non hanno partecipato i 'montiani'. "Ora piana autonomia", ha detto Bombassei oggi all'assemblea: "Da domani il legame con l'Udc deve finire". "Non e' questa la fase" per il coinvolgimento dei 'popolari' in un progetto politico con l'Udc e con i governativi del Pdl, spiega Lorenzo Dellai a chi lo interpella in Transatlantico al termine dell'assemblea: "Dobbiamo prima capire quale sia il progetto politico, poi si ragionera' di alleanze", ha aggiunto ammettendo, comunque, che si guarda con attenzione "a quanto sta facendo Angelino Alfano".