Politica

Sciopero, Salvini ha vinto. A Roma c’è ancora un giudice. La resa di Landini

Di Giuseppe Vatinno

La resa di Landini e lo sciopero di 4 ore. La Cisl di Luigi Sbarra? Non si è fatta trascinare nel baratro della sconfitta

Salvini ha vinto. A Roma c’è ancora un giudice

La duplice (non più triplice), Cgil – Uil, è stata domata, anzi sconfitta e pure umiliata. Per la prima volta nella storia repubblicana i dioscuri rossi hanno dimostrato di essere tirannosauri dai piedi di argilla ed è bastata la vigorosa contrapposizione del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, a mandare a gambe all’aria il loro ennesimo piano di blocco dell’Italia, come al solito sapientemente scelto di venerdì per farsi il week end lungo.

Landini è un giocatore sfiatato ed invelenito dalle sconfitte a ripetizione che sta collezionando nel suo mandato. Orfano del Pd caduto nelle mani dell’armocromista Elly Schlein gli tocca combattere a mani nude contro un ministro vicepremier che questa volta non ha abbassato la testa -come i suoi predecessori- ed è voluto andare fino in fondo. Perché il decreto di precettazione era già pronto da Porta Pia e non aspettava altro che prendere il largo. Si può finalmente dire che esiste un giudice a Roma.

La resa di Landini e lo sciopero di 4 ore

Dopo anni di imposizioni sindacali per la prima volta Landini ha dovuto chinare il capo ed ammettere che la sua rabbia cupa lo stava conducendo al baratro istituzionale perché la legge è legge anche per Maurizio Landini. Intendiamoci, l’intemerata sindacale è anche il frutto della debolezza strutturale della Schlein che dopo aver “riempito (abbastanza) la piazza” non ha avuto il coraggio di affiancare fino in fondo i sindacati e così Landini ha cercato il colpaccio per “vuoto di potere” ma gli è andata male. Dunque lo sciopero di domani si farà ma sarà solo di 4 ore e non bloccherà, come al solito, l’Italia.

Impugnare al Tar la precettazione non sarebbe infatti servito a nulla perché non l’avrebbe evitata e Landini, dopo alcune invettive rabbiose pronunciate per scarso auto-controllo, ha capito che di mezzo di sarebbero andati proprio gli amati (?) lavoratori che scioperando da precettati avrebbero commesso un reato. Quella di ieri è la sconfitta del leader del più grande sindacato di sinistra europeo ed è un fatto estremamente significativo che “qualcosa è cambiato”. Ma lo stesso ministro Salvini ha detto che non è una sua vittoria ma è una vittoria di tutti, dei cittadini onesti che lavorano e che hanno diritto alla mobilità, peraltro anche questa garantita dalla Carta costituzionale.

Ha vinto il buonsenso, il mondo non rovesciato, si potrebbe dire parafrasando il libro del generale Vannacci. Ha vinto l’intelligenza, l’etica del fare, l’impegno di chi si è stufato di perdere il proprio salario per colpa di qualche solone sindacale, peraltro ben provvisto di stipendio e companatico. Ma è anche la vittoria di chi non si è fatto trascinare nel baratro della sconfitta come la Cisl di Luigi Sbarra che ha dimostrato senso di responsabilità dichiarando: «La Cisl considera lo sciopero generale lo strumento estremo dell’azione sindacale. Ci sono altri mezzi efficaci di pressione come una grande manifestazione di sabato che è quello che noi metteremo in campo il 25 novembre a Roma in piazza Santi Apostoli senza gravare sulle tasche dei lavoratori, senza creare disservizi ai cittadini e senza riversare il conflitto nei luoghi di lavoro e nelle imprese, che nulla hanno a che fare con i contenuti della manovra».

Ed infatti Sbarra ha centrato anche un altro punto. Questo sciopero non c’entra niente con i problemi reali dei lavoratori perché di fatto era stato “indetto” mesi fa “contro la manovra” che ancora era lontana da venire. Lo sciopero di 8 ore di domani era progettato solo “per fare casino” istituzionale sulle tasche dei lavoratori e che serviva solo a Landini per farsi bello e magari prepararsi un bel seggio scampagnato a Strasburgo.