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Politica
Successo di Vox e delle destre? La sinistra ha perso il contatto con la realtà

di Vincenzo Caccioppoli

 

Ma perché la destra continua a vincere in tutta Europa e la sinistra non riesce a contrastare questa onda che dalla Spagna all’Austria, all’Ungheria, alla Germania, alla Polonia fino all’Italia sembra ormai inarrestabile come uno tsunami..? le motivazioni sono molte, ma sicuramente si può ben dire  che stiamo assistendo ad un chiaro cambio paradigmatico delle ideologie da decenni imperanti: Sinistra con i deboli Destre con la borghesia.

La contrapposizione fra sinistra e destra in realtà non è finita, come molti sostengono, ma ha solo mutato di aspetto. La sinistra cerca in qualche caso di difendere gli ultimi, i diseredati, ma appare poco credibile avendo instaurato un attiguità sempre più profonda con i grandi potentati economici e sociali. In questo modo ha dato l’impressione di dimenticarsi di tutta quella fascia di popolazione, che non appartiene a questi due estremi. Per difendere da una parte immigrati, diseredati e coloro che occupano l’ultimo gradino della scala sociale, e allo stesso tempo banche e grande industria, ci si è dimenticati degli artigiani, dei pensionati, dei dipendenti, delle famiglie numerose, delle partite iva, che sono la maggioranza della popolazione e si trovano ugualmente in difficoltà e si sentono minacciati ulteriormente dal dover difendere le poche tutele che le riserva lo stato sociale con gli ultimi, che in certi casi proprio perché disperati sono costretti magari anche a delinquere.

Emblematico in questo senso la condizione delle assegnazioni della case popolari o dei casi sempre più frequenti di microcriminalità legate allo spaccio o ai piccoli furti, che sono sempre più in mano alla immigrazione clandestina. La politica della tolleranza della sinistra ha avuto l'effetto di amplificare nell’elettore medio la sensazione che la sinistra faccia poco o niente per contrastare tutto ciò. Stesso discorso è possibile fare con tutte quelle politiche che sembrano volere premiare i grandi centri di potere economico, che godono di tutele, che alla fine danneggiano i più deboli. Ed è su questo che la destra ha buon gioco nel fare leva, mostrando invece la sua faccia feroce contro chi usurperebbe i diritti di molti concittadini.

Le destre sono molto più brave nel promuovere le istanze di chi deve fare i conti con la necessita per sopravivvere di dover portare a casa il pane ogni mese. La sinistra non è più in grado di parlare lo stesso linguaggio della gente comune, cosa che invece la destra ha imparato a fare molto bene. L’Unione europea con la sua politica di austerità ha concesso un ulteriore vantaggio in termini di argomenti alla destra. La sinistra in nome dell’interesse generale ha dato invece l’idea di svendersi per un posto tra i grandi.  Le contraddizioni della sinistra sono perciò sotto gli occhi di tutti.

Tutto forse è cominciato con la nascita della “terza via”, di blairiana memoria ( a tal proposito proprio la parabola di Blair dopo la sua avventura politica, conteso a suon di milioni di sterline dalle grandi multinazionali è piuttosto emblematico di quanto detto ) tanto osannata da tutti a sinistra come la vera rivoluzione, in verità per certi versi ha rappresentato forse l’inizio della fine di una identità che la sinistra storica ha da sempre perseguito, e che ora per seguire appunto il mito del socialismo reale e progressista ha forse irrimediabilmente perso. La conseguenza è che interi strati sociali come giovani, operai, pensionati, da sempre fedeli elettori della sinistra, lentamente si sono allontanati, cedendo alle lusinghe della destra che pare avere maggiore capacità di rappresentarli.

I due casi più emblematici di questo sono sicuramente rappresentati dalla Lega in Italia e da Vox in Spagna. Salvini ed Abascal sono bravissimi a soffiare sul fuoco della protesta dei cittadini contro la immigrazione senza controllo, la presenza dello Stato troppo ingombrante ed inefficace, in parole povere riescono dove la sinistra sta fallendo, e cioè parlare alla pancia, al cuore ma anche al portafoglio degli elettori. La cosiddetta elitè, non solo quella intellettuale ( da sempre vicina alla sinistra per vanagloria personale o per spocchia più che per convinzione) ora pare guardare a sinistra, mentre la borghesia e la “plebe” sembra orientarsi a destra. Questa è il vero carattere distintivo che determina il successo delle destre, accentuatosi dall’allargamento della forbice sociale a causa della crisi economica.

La sinistra con poca convinzione cerca adesso di contrastare la destra sul suo stesso piano, finendo per uscirne inevitabilmente con le ossa rotte. La credibilità che la sinistra ha avuto come patrimonio ereditato dai grandi monoliti degli anni 70 e 80, è stata quasi completamente persa. Non si spiega altrimenti perché in Italia anche regioni storicamente e tradizionalmente di sinistra, come l’Umbria, abbiano voltato le spalle al Pd e si siano rifugiate in quelle accoglienti della Lega e di Fratelli d’Italia. E questo prescinde anche dall’operato dei singoli amministratori locali, come nel caso dell’Emilia, in cui Bonaccini non ha certo demeritato, ma che ora rischia di essere travolto dalle vicissitudini del suo partito a livello nazionale. 

La sinistra compie l’errore di voler tenere il piede in due scarpe, cercando di diventare l’interlocutore degli estremi della piramide sociale, dimenticando però tutto quel mondo di mezzo che in definitiva rappresenta la maggioranza degli elettori, che o si rifugia nell’astensionismo oppure inevitabilmente guarda a destra, dove quantomeno vede della coerenza e maggiore sensibilità verso i loro problemi quotidiani. Salvini in questo è un maestro. La polemica sulle sue assenze al Senato sono pretestuose ed hanno l’effetto contrario, perché agli occhi della gente, stare in mezzo a loro, piuttosto che frequentare i palazzi del potere, diventa un segno distintivo, una medaglia e fa apparire chi lo fa più vicino e più credibile e di conseguenza più amato. Le piazze appartengono alla destra, i palazzi e i salotti alla sinistra, questa è forse la vera rivoluzione copernicana del paradigma politico italiano e non solo. Ecco perchè in un mondo in cui i contrasti sociali sembrano destinati ad allargarsi sempre più, le destre sembrano avere raggiunto un vantaggio competitivo non indifferente.

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