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Politica
Sondaggi, cresce il gradimento del premier: meno male che Conte c’è

Di Angelo Maria Perrino


Ormai si può parlare, senza il rischio di apparire di parte, di “fenomeno Conte”. 
Cala il gradimento dei singoli ministri, perdono quota i leader dei partiti, cresce la sfiducia verso la politica e  aumenta la fuga verso l’astensionismo, ma... a sorpresa e in netta controtendenza, sale il gradimento personale del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Non lascia dubbi Il Cruscotto della settimana sui gusti politici e sulle preferenze partitiche degli italiani, con relativi scostamenti e movimenti, elaborato con meticolosità in ogni dettaglio da Ipsos  per Palazzo Chigi. Con un responso lusinghiero e incoraggiante che ha spiazzato perfino gli uomini più vicini al premier. “Che in questo contesto politicamente molto complesso Giuseppe cresca ancora è davvero un dato stupefacente”, ha commentato con lo staff senza nascondere una qualche sopresa perfino il capo comunicazione di Conte Rocco Casalino, cui spetta l’onore e l’onere  di gestire l’immagine del premier.

In dettaglio: se il gradimento del governo questa settimana si mantiene stabile al 57 per cento, quello del presidente-avvocato degli italiani balza al 63 con una crescita del 2 per cento.
Nessun impatto negativo dunque dalle fibrillazioni continue interne ai partiti della maggioranza e le frequenti divisioni e scaramucce tra Cinquestelle e Pd sulle cose da fare. Al contrario, commenta Ipsos: "Dopo la conclusione degli Stati generali dell’Economia, il Presidente Conte sembra consolidare ulteriormente il consenso verso la propria persona e, nonostante la percezione di scarsa coesione all’interno della maggioranza, anche le valutazioni sull’operato del governo permangono su valori elevati, decisamente superiori a quelli stimati nell’“era pre-Covid”.

La controprova? Se il bilancio personale di Conte è positivo, le liti tra i partiti invece certo non giovano all’immagine del governo e diffondono sfiducia tra i cittadini: "I diversi fronti aperti (uso dei fondi europei, possibili interventi sul fronte fiscale, candidature alle elezioni regionali, critiche interne alla leadership) e la crescita delle contrapposizioni, sia interne ai partiti, sia tra maggioranza e opposizioni, sembrano spingere una parte di elettorato nella direzione di un allontanamento dell’agone politico”, commentano gli uomini del guru dei sondaggi Nando Pagnoncelli.

Ne fanno le spese i singoli ministri con valutazioni mediamente in calo rispetto al mese scorso: solo 14 per cento i giudizi positivi (meno 1) contro ben il 45 per cento di voti negativi (in crescita del 2) con flessioni più accentuate per la ministra della scuola Azzolina e per quello delle regioni Francesco Boccia.

Il “fenomeno Conte“ si rafforza anche nel confronto con gli altri leader: al secondo posto c’è Giorgia Meloni, stabile al 36 per cento, ossia un po' più della metà del premier. E sono stabili al 35 il ministro della Salute Speranza e al 33 il leader della Lega Salvini, cala di un punto Di Maio al 26, mentre gli unici segni positivi vanno ai capi delegazione del Pd Dario Franceschini (sale di un punto al 29) e di Italiaviva Teresa Bellanova che, con il 25 per cento, guadagna due punti e doppia il suo leader Matteo Renzi fermo al 12.

Appaiati al 24 per cento i leader del Pd Zingaretti e di Forza Italia Berlusconi, che mantiene un gradimento personale lusinghiero, nonostante l’appannamento e la perdita di smalto del suo partito..
Tutti in calo infine i partiti, con la Lega al 24 (meno 0,3), il Pd al 20,5 (meno 0,3), Fratelli d’Italia al 16,2 (meno 0,5), mentre è stabile Forza Italia al 7,1 e in leggera crescita Italia Viva, che però, con un più 0,2, raggranella un misero 2,9 restando nell’irrilevanza.

Le critiche accese agli Stati generali voluti da Conte, ritenuti dagli avversari una passerella di scarsa concretezza, non sono condivise dagli Italiani: "L'opinione pubblica è rimasta piuttosto distaccata rispetto agli Stati Generali dell’Economia, nonostante l’importanza oggettiva dell’evento. Permane in ogni caso una prevalenza di valutazioni positive e resta certamente elevata l’attesa per interventi economici che possano aiutare il Paese a riprendersi dalla crisi innescata dalla pandemia”, osserva Ipsos.

Che dire dunque in conclusione? Che la maggioranza degli  italiani, scettici e sfiduciati dalla politica e dai partiti, nonostante il terremoto della pandemia mantengono una grande apertura di credito verso il  premier e mostrano di aver fiducia nella sua caratura tecnica, nella sua indipendenza e nella sua lontananza dalle logiche di partito e relative camarille per tirare fuori l’Italia dal pantano dell’immobile amo e della recessione.
Piaccia o no, è come se un grido partisse dalle viscere profonde di una società italiana provata e sfibrata: meno male che Conte c’è.

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