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Politica
Sport, finisce estate di trionfi e iniziano i veleni per colpire gli artefici

Oggi, con l’estate 2021, sono finiti i 70 giorni più entusiasmanti del nostro sport. Era domenica 11 luglio, quando, poche ore prima del trionfo dei calciatori di Mancini a Wembley, Matteo Berrettini diventava il primo tennista italiano a centrare la finale dì Wimbledon

12 dodici giorni dopo, cominciava a Tokyo l’Olimpiade estiva, che avrebbe portato nel bel Paese il maggior numero di medaglie, da Atene 1896 in poi. In commovente evidenza, gli azzurri anche nelle Paralimpiadi : podi da record, secondi solo a Roma 1960.

E domenica gli ultimi exploits : vittoria dell’Italvolley, agli Europei, poche settimane dopo il successo delle ragazze, mentre il ciclista Filippo Ganna confermava, in Belgio, il titolo mondiale, nella prova a cronometro, già vinta a Imola 2020.

Elogi, meritati, e premiazioni per gli atleti, cerimonie, con discorsi e brindisi, presiedute da Mattarella e Draghi. Nessun dubbio sui meriti di Giovanni Malagò, 62 anni, presidente del CONI dal 2013, che ha definito un’ “emozione infinita” questi 70 giorni.

Purtroppo, qualcuno sta già provando a rendere… Travagliato persino questo contributo, rilevante, delle vittorie sportive a trovare unità e orgoglio, in una fase molto delicata.

E “Il Fatto quotidiano”, ieri, ha sbattuto in prima pagina Malagò intento a mangiare un piatto di pasta, denunciando una presunta “gita di lusso a Cortina d’Ampezzo di un gruppo, guidato dal Capo del CONI : hotel a 5 stelle : sborsate 70 mila euro”. 

In realtà, Malagò-che è un ricco imprenditore, a cui il declinante Berlusconi ha proposto di scendere in campo politico, sinora invano- si è trattenuto un solo giorno. Mentre la “Fondazione Milano-Cortina 2026”, costituita il 9 dicembre 2019, è un organismo privato.

Malagò ha, forse, il “torto” di aver rafforzato, con le medaglie olimpiche, l’avversato (non solo da Travaglio, ma da non pochi “vedovi” di Conte e Casalino) governo di unità nazionale, presieduto dall’ex presidente della BCE. 

Il giornale, che ha messo in prima pagina Malagò “mangione”, ha ospitato, in pieno Europeo, inviti a “gufare” la Nazionale di Mancini, “colpevole” di avere unito e fatto esultare  un popolo, in precedenza diviso e tormentato dalla pandemia e dal malgoverno.

La grande estate sportiva  è piaciuta alla maggioranza dei connazionali, ma non a tutti. E, mentre tenere la contabilità dei successi è quasi tutti impossibile, Giovanni Malagò non è il primo big del bel Paese, a cui il successo non viene perdonato, ma dai “rosiconi” e disfattisti è invidiato e chiamato fortuna….

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