Statali, mobilità obbligatoria entro i 100 km e prepensionamenti automatici
"Noi pretendiamo che, a fronte dei 400mila posti persi in 10 anni, 100mila possano entrare": così il leader della Fp-Cgil, Rossana Dettori, ha aperto la presentazione della proposta dei sindacati del pubblico impiego, che chiedono un "confronto vero" sulla riforma e non "un ennesimo spot". Domani, infatti, il ministro Marianna Madia ha convocato i rappresentanti dei lavoratori (insieme a una dozzina di associazioni di categoria) in vista del Consiglio dei Ministri di venerdì, durante il quale dovrebbe essere approvata la riforma della Pubblica amministrazione. "Fare la staffetta con 5mila giovani è una risposta ridicola", aggiunge durante la presentazione Giovanni Faverin della Cisl-Fp, insieme a Giovanni Torluccio (Uil Fpl) e Benedetto Attili (Uil Pa).
Centomila nuove assunzioni di giovani nel pubblico impiego attraverso il blocco del turn over dei dirigenti e il pensionamento di dipendenti, quali infermieri o insegnanti, che svolgono mansioni usuranti è dunque la controproposta unitaria, più incisiva, che i sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, UilFpl e Uil Pa presenteranno al governo domani.
I sindacati arrivano all'incontro fortemente scettici sulla validità della convocazione, in quanto reclamano "l'avvio di un confronto vero sulla riforma" e contrappongono alla "staffetta generazionale" del governo di 5 mila nuove assunzioni che reputano "ridicola", questa loro proposta, confidando anche sul fatto che "un neo assunto costa circa la metà rispetto a un impiegato a fine carriera, ancora di più rispetto a un dirigente", hanno spiegato i segretari. "Occorre fare il blocco del turnover dei dirigenti, in modo che per ogni dirigente si possono ipotizzare 10 nuove assunzioni", hanno osservato aggiungendo che il numero di 100mila si dovrebbe declinare nell'arco di un triennio o quinquennio e che va visto, secondo i sindacati, rispetto alle 400mila uscite degli ultimi 10 anni.
Le ultime indicazioni, emerse dal documento che il ministro Madia ha inviato ai sindacati oltre che dalle bozze della riforma che girano nei palazzi del governo, prevedono per la Pa alcune novità di non poco conto. Gli statali saranno sottoposti alla mobilità interna anche tra diversi comparti e senza il loro assenso, purché ciò avvenga nel rispetto di limiti chilometrici (tra i 50 e i 100 km) e con la garanzia degli stipendi. Tra le altre disposizioni che vanno oltre le aspettative, anche la correlazione dei bonus dei dirigenti all'andamento economico del Pil (che dovrebbe essere di almeno il +1,3%). Secondo la bozza, in caso di esuberi e in assenza di criteri e modalità condivise con i sindacati, lo Stato potrà licenziare chi è vicino alla pensione. "La Pa procede alla risoluzione unilaterale, senza possibilità di sostituzione, del rapporto di lavoro di coloro che entro il biennio successivo maturano il diritto all'accesso" alla pensione "con conseguente corresponsione del trattamento". Chi è in eccedenza e chiede di essere reintegrato si potrà vedere decurtato lo stipendio. I dipendenti pubblici "in disponibilità" (collocati in mobilità a seguito di rilevazioni di eccedenze) possono presentare richiesta di ricollocazione "in via subordinata, in una qualifica o in posizione economica inferiore", per ampliare le occasioni di ricollocazione.