Unioni civili: Pd ancora diviso, martedì si vota il canguro - Affaritaliani.it

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Unioni civili: Pd ancora diviso, martedì si vota il canguro

Tre ore di riunione senza un esito. Il braccio di ferro nel Pd va avanti e continuerà anche domani, fino alla vigilia dell'aula convocata nel pomeriggio. Erano in tanti oggi nella sala del direttivo Pd al Senato con il presidente Luigi Zanda. C'erano il ministro Maria Elena Boschi, il vicesegretario dem Lorenzo Guerini, Micaela Campana e Andrea Marcucci, primo firmatario dell'emendamento cosidetto 'super canguro'. E c'era una folta delegazione di cattodem da Stefano Lepri a Emma Fattorini, Rosa Di Giorgi, Gianpiero Dalla Zuanna, Roberto Cociancih, Mauro Del Barba, Raffaele Ranucci. La riunione ha fotografato il persistere di posizioni distanti. I cattolici hanno dichiarato che voteranno no al 'super canguro' che ha l'effetto di spazzare via la quasi totalità degli emendamenti al ddl Cirinnà.

I cattodem non ci stanno, chiedono di poter discutere in aula e di poter esprimere il loro voto. In particolare sul punto caldo delle stepchild. Di qui l'ultima offerta ai cattodem: votare per parti separate il canguro. "Un cangurone e un cangurino con dentro solo l'art.5 sulle stepchild -si ironizza al Senato- così i cattolici potrebbero esprimersi sul punto". La proposta però non ha convinto i cattodem. Temono che l'aula respinga la richiesta di spacchettamento. Del resto già 16 senatori Pd, area 'giovani turchi', hanno messo in chiaro che diranno no al 'cangurino'. In definitiva la giornata si chiude nell'incertezza. Domani si va in aula e ancora non si sa come. L'ipotesi dello spacchettamento resta comunque sul tavolo. E se ne dovrebbe riparlare domani dopo ulteriori approfondimenti da parte degli uffici legislativi.

"Per venire incontro ai cattodem si sta verificando -dicono fonti parlamentari Pd- se nel 'cangurino' si possa mettere sia l'art.5 che l'art.3, dove ci sono rimandi alle stepchild". Ulteriore ipotesi sullo sfondo è quella di un 'testo 2', come si dice in gergo parlamentare, formulato dallo stesso Marcucci, che blindi i tempi escludendo la possibilità di subemendamenti e 'stralci' la parte delle stepchild lasciando all'aula la possibilità di discutere. Ma è difficile che in aula ci siano i numeri per far passare una cosa del genere. "Al momento la nostra asticella è sui 170 sì a favore della legge. Stepchild comprese se si votasse, pure a scrutinio segreto, il Marcucci per parti separate", questi i conti che si fanno nel Pd. E se le cose andassero diversamente, ovvero l'aula bocciasse le stepchild, a quel punto l'unica soluzione sarebbe lo stralcio.

"E' stata una riunione molto interessante e lunga - ha detto Zanda al termine della riunione al Senato - nella quale sono state approfondite questioni delicate. Non abbiamo trovato una sintesi comune e torneremo a rivederci stasera e domani". "Dobbiamo procedere con attenzione e prudenza - ha proseguito - perche' oltre a una posizione unitaria del Pd, occorre mantenere un rapporto solido con l'aula per arrivare a trovare una maggioranza piu' larga possibile". Zanda ha spiegato che non è stato trovato "un punto definitivo ma la mia personale opinione e' positiva. Credo che andremo in aula con la possibilita' di superare gli ostacoli". "Dopo la lunga riunione di oggi - ha detto Micaela Campana- constatiamo che permangono posizioni diverse su alcuni punti già noti. Tuttavia continueremo a lavorare per la massima convergenza del Pd e di tutte le forze politiche per l'approvazione del disegno di legge Cirinnà nell'impianto esistente". In serata l'ex-premier e senatore a vita Mario Monti ha dichiarato il suo voto sul ddl Cirinnà: sì alle unioni, no alla stepchild.