Caos Fi, scontro tra Verdini e Berlusconi
L’euforia per l’assoluzione definitiva per il processo Ruby è durata poco. E certo non è bastata a sanare le fratture ormai troppo profonde nel partito. Silvio Berlusconi l’ha capito ieri pomeriggio dopo il faccia a faccia a palazzo Grazioli con Denis Verdini. Un incontro teso e molto animato che non ha sciolto i nodi principali: quelli che sono alla base del documento firmato da 17 parlamentari vicini all’ex coordinatore in cui si chiede una gestione collegiale del partito e una ripresa del dialogo sulle riforme. Il senatore fiorentino, com'è suo costume, ha parlato fuori dai denti: ha ribadito che è stato un errore interrompere il dialogo con Renzi sulle riforme. Verdini poi non ha lesinato critiche al Cavaliere per avere permesso che prendesse le redini di Forza Italia quel cerchio magico che gli è ostile, capitanato da Maria Rosaria Rossi. Quindi ha chiesto la testa del capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, da sempre nemico del patto del Nazareno.
Ma il Cavaliere non ha concesso granché: il capogruppo Brunetta allo stato resta blindato e di rivoluzioni alla guida del partito con accantonamento del cerchio magico non se ne parla. Di tutto si ridiscuterà solo dopo le regionali, alle quali Berlusconi resta convinto si debba andare assieme alla Lega, anche a costo di perdere voti, perché il centrodestra va ricostruito. I nodi saranno sciolti dopo il voto per le amministrative, perché prima non conviene a nessuno. Ma intanto Verdini ha pronti i suoi gruppi.