Women20, "Obiettivi concreti per la parità di genere" - Affaritaliani.it

Politica

Women20, "Obiettivi concreti per la parità di genere"

Di Alberto Maggi

Parla la senatrice Donatella Conzatti (Italia Viva), segretario della Commissione Bilancio di Palazzo Madama

Da oggi si riunisce il summit Women20, presieduto da Linda Laura Sabbadini. Una  tre giorni per discutere di lavoro e imprenditorialità femminile, di accesso all'istruzione e ai servizi di cura, di presenza paritaria nei luoghi decisionali, ma anche di divario salariale e tecnologico. Cosa ci dobbiamo aspettare?

Concretezza. Questo dobbiamo aspettarci. Perché tanto si è discusso sul tema della parità, si sono fatti dei passi anche importanti ma ancora i risultati si vedono a tinte chiaro scure. Sono felice che per la prima volta, e proprio sotto la guida italiana, un G20 si occupi di divari di genere. Imprescindibile per una società democratica che vuole crescere, per questo non dobbiamo sederci. Servono obiettivi concreti e proposte e strategie chiare altrimenti ogni sforzo è vano. Basti pensare che il World Economic Forum stima che, a questi ritmi, per colmare il divario sulla parità di genere ci vorranno 135,6 anni. Dobbiamo rimboccarci le maniche. Tutti, in particolare gli uomini.

La politica cosa può e deve fare in tal senso?

La politica può molto: proporre, approvare, monitorare, correggere. Sono prima firmataria di una mozione approvata in Senato che impegna il Governo ad adottare una Strategia Nazionale integrata per la parità di genere. E l’esecutivo con la Ministra Bonetti è già al lavoro su una parte della strategia ed in particolare per un piano straordinario di misure finalizzato al sostegno del lavoro femminile e all'incentivazione dell’imprenditoria femminile, per un piano di conciliazione che con lo stimolo della Certificazione aziendale sulla parità, renda compatibili i tempi della vita e del lavoro sia delle dipendenti che delle autonome, che renda scalabili i ruoli e comparabili i compensi a parità di mansioni. Non vogliamo più che le donne debbano scegliere tra famiglia e lavoro e nemmeno che subiscano atteggiamenti discriminatori sul lavoro.

Un importante contributo in questo senso può venire dal Piano Nazionale di Ripresa e resilienza?

Non può, deve venire. Con il PNRR ed il Family Act, voluto proprio da Italia Viva, sono infatti in campo misure e risorse in grado di supportare e migliorare 5 pilastri della vita delle donne: tempo, competenze, lavoro, reddito e potere. Poi ci sono altri punti sui quali lavorare e sul quale il Parlamento deve poter agire: penso ad esempio alle proposte di legge sul cognome materno e a quella che istituisce una Commissione permanente per i diritti della donna e la parità di genere. La strada è in salita, certo, ma non è un limite per rallentare la marcia.

Purtroppo un drammatico caso di cronaca è quello di Sara Pedri, la ginecologa scomparsa in Trentino il 4 marzo scorso. Anche grazie ad una sua interrogazione il Ministro della Salute Speranza ha inviato degli ispettori nel reparto di ginecologia ed ostetricia dell'ospedale Santa Chiara di Trento dove lavorava la giovane dottoressa di Forlì. Inoltre alla Ministra della Giustizia ha sollecitato la ripresa dell’analisi del ddl sul mobbing nei luoghi di lavoro depositato già nel 2019. Perché questa urgenza?

Perché questo caso drammatico richiama l'attenzione sulla necessità di “tolleranza zero” contro le molestie sul lavoro. Siamo in attesa dell'esito dell'ispezione ma la verità sta venendo a galla e racconta di un reparto dove prevaleva un clima intimidatorio e di omertà. Inaccettabile. Ancora più inaccettabile per un Ospedale, quale quello di Trento, che si è sempre distinto per competenze ed organizzazione. Ma quello dell'ospedale di Trento non è un caso isolato. E’ la punta di un iceberg. Per questo il ddl sul mobbing è una priorità. Continueró in parlamento a lavorare perché la legge venga approvata quanto prima. Si tratta di una legge che ha una definizione ampia ed omnicomprensiva delle condotte vessatorie sul posto di lavoro, un onere della prova attenuato, previsioni di tutela dei testimoni da minacce e ritorsioni del datore di lavoro e, infine, risarcimenti dei danni in chiave punitiva e sanzionatoria. Ripeto, tolleranza zero.