Andria, beni confiscati
per 4mln a Sgaramella
E trascorso un anno e mezzo dal sequestro d’urgenza eseguito ad Andria (Ba) nei confronti del pluripregiudicato Riccardo Sgaramella, detto “Salotto”, che si ritiene contiguo al clan “ex Pastore”. Ora i Carabinieri della locale Compagnia hanno eseguito un provvedimento di confisca beni, riconducibili allo stesso o intestati a “prestanome”.
Indagini ed accertamenti a cura della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani hanno utilizzato la norma introdotta dal codice antimafia e dalle misure di prevenzione, per “aggredire” anche questi patrimoni: come tutti quelli riconducibili a proventi di attività delittuose. Mettendo in evidenza come Sgaramella ed il suo nucleo familiare mantenessero un tenore di vita notevolmente superiore alle loro reali possibilità economico-finanziarie e capacità reddituali.

I provvedimenti eseguiti riguardano beni per un valore stimato di circa 4milioni di euro. In particolare si tratta di:
- 2 società di gestione di stazioni di servizio per la distribuzione di carburante “Erg”, di cui una fornita di attività di bar – tabaccheria - gelateria; con sedi sociali in Andria e Foggia;
- 1 ristorante-pizzeria, una sala giochi, una autorimessa, 3 appartamenti, siti in Foggia;
- 3 immobili, di cui uno in Margherita di Savoia (BT) e due in Andria;
- 3 imprese individuali, 1 portafoglio commerciale, 3 quote societarie, 1 società – s.r.l., 6 polizze assicurative, 26 conti correnti/dossier titoli bancari; 4 auto/moto veicoli, 2 posti auto, 4 terreni di cui uno con una casa rurale ed un altro con fabbricato destinato all’attività agro-turistica con servizio di ristorazione con maneggio annesso e 30 cavalli tra gli altri animali presenti.
Il contrasto ai patrimoni illeciti diventa, sempre più, uno dei mezzi più importanti per un serio contrasto all’attività malav.itosa. Anche quest'ultima indagine patrimoniale si inquadra in quell'ampia attività di contrasto alla locale criminalità organizzata che, secondo la DDA barese, è rivolta soprattutto ad aggredire i patrimoni illecitamente acquisiti.