PugliaItalia
Consiglio, stretta su gruppi e assicurazioni:
“Mai stata la Regione di Batman”

L’ultima novità a tema riguarda la polizza assicurativa cumulativa contro i rischi da infortuni in favore dei componenti dell’Aula. Finora l’ente di Via Capruzzi garantiva il 40% del premio, lasciando la quota restante a carico del singolo eletto ma il benefit è stato soppresso e sarà ogni consigliere a pagare l’intera somma, con un risparmio annuo complessivo di 18.480 euro. Ad essere cassati saranno anche mono e minigruppi consiliari: a quelli di nuova formazione, infatti, serviranno almeno tre componenti per rimanere in piedi o, in alternativa, basteranno dieci giorni di distanza dall’abbassamento della soglia perché si proceda allo scioglimento automatico. Con la stessa tempistica ai consiglieri rimasti non resterà che comunicare la nuova collocazione all’interno delle formazioni già presenti nell’Assemblea ed, in caso di mancata informazione o scarsa tempestività, verranno considerati parte del Misto. A cambiare, in questo caso, è l’articolo 6 del regolamento attuale ma le modifiche non varranno in maniera retroattiva, salvando ad esempio gli attuali Pugliesi, con il solo Davide Bellomo, o l’Idv di Lorenzo Nicastro: Sono “norme che puntano a moralizzare la politica e a ridurre la spesa”, le ha definite il Presidente Introna, complimentandosi “per l’iter sollecito che ci ha condotto ad approvarli all’unanimità, nell’arco di poco più di una settimana dall’adozione delle proposte nell’Ufficio di Presidenza, col voto in Commissione ed ora in Aula”. E non risparmia una stilettata all’ex premier: “La Puglia ha dato esempio di sobrietà ben prima che lo chiedesse il Governo Monti”.
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Necessari ulteriori approfondimenti degli aspetti legali, invece, sulla proposta di legge che sancisce la natura di diritto privato dei gruppi e prevede la sospensione dei vitalizi (per la durata dell’interdizione accessoria dai pubblici uffici) goduti dai consiglieri e aventi diritto che dovessero riportare una condanna definitiva per reati contro la pubblica amministrazione. Così come tornerà dopo accurata riflessione anche l’ipotesi, targata Pd, di rendere pubbliche le sedute delle commissioni, tranne i casi in cui tre quarti dei commissari presenti ne disponga la riunione a porte chiuse. “Non appartengo certamente a quelle categorie che sostengono la pubblicità a tutti i costi, né un sostenitore del fatto che ogni conversazione politica debba essere trasmessa via web, tuttavia le commissioni sono un importante luogo di formazione dell’iter legislativo ed è giusto che la stampa, quindi i cittadini, possa assistere alle sedute e ricostruire fedelmente quanto accade, al di là dei singoli interessi politici”, ha argomentato il firmatario, insieme al capogruppo Romano, Fabiano Amati ma qualcuno teme di farne tribune elettorali ed il voto è solo rimandato.
(a.bucci1@libero.it)