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I primi 40anni di SPAMAT sulla rotta per 'sdoganare' il futuro

Celebrare i primi 40anni di un ‘capitano di lungo corso’, Vito Totorizzo, e del Gruppo SPAMAT ritrovandosi a discutere, nel Terminal Crociere del Porto di Bari, di “Sviluppo integrato e coordinamento delle attività dei porti”, per “sdoganare” il futuro di quelli italiani, liberandoli dall’intricato groviglio di gomene di leggi e regolamenti d’altri tempi.

Festeggiare il giro di boa della SPAMAT, provando a rafforzare la rete di intese e dar corpo a un segmento dell’economia nazionale alquanto strategico: i trasporti e la logistica nei porti italiani, per renderne attività e servizi più fluidi, dinamici e concorrenziali con il mercato estero. Accentuando, inoltre, l’internazionalizzazione dei rapporti per allargare significativamente i volumi d’affari di tutti i cosiddetti stakeholder.

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Saluti istituzionali, testimonianze d’impegno e di amicizia, riconoscimenti aziendali agli autentici protagonisti - i dipendenti - dell’avvincente navigazione e attestazioni di stima professionale - come quella del Gruppo Casillo -  hanno fatto da corollario alla tavola rotonda, organizzata da SPAMAT e condotta da Angelo Scorza (Ship2Shore), ricca di interventi qualificati e suggerimenti preziosi da Giovanni Demari (CNSD Roma) a Gian Enzo Duci (Federagenti), da Umberto Masucci (Propellers Club Italia) a Marco Conforti (Assiterminal Genova); ma anche da Giuseppe Paolone (Uni Telematica Pegaso) all’On. Marcello Di Caterina (Alis), e da Massimo De Gregorio (Anasped) a Alberto Banchero (Assagenti Genova). Il tutto alla presenza del presidente uscente dell’Autorità Portuale del Levante (Bari, Barletta e Monopoli), Franco Mariani, e del presidente ‘in pectore’ dell’appena nata Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale (Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli), Ugo Patroni Griffi.

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“Il modello Puglia, che riesce a fare sistema e a muoversi all’unisono, lungo il molo Italia che si allunga come un’opportunità senza tempo nel Mar Mediterraneo” è stato al centro del contributo di Umberto Masucci - Presidente Propellers Club Italia, che ha anche sottolineato come “I giganti mondiali della portualità stiano già correndo verso orizzonti che da quel ‘molo Italia’ ancora non si intravedono”. Per cui, è tempo - in definitiva - che la politica cambi decisamente marcia.

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Ancora più incisivo l’intervento di Giovanni Demari - Storico spedizioniere partenopeo e Presidente di C.N.S.D. Roma che ha sottolineato efficacemente come il movimento merci oggi sia sempre più attanagliato da problemi organizzativi: “Gli altri Paesi ‘attraggono’ le merci. E le merci si dirigono verso quei Paesi che presentano meno ostacoli, meno difficoltà. Perché le merci sono come l’acqua, che scorre dove non trova impedimenti”.

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“Nei porti del Nord Europa ci sono meno controlli - ha aggiunto - o meglio, controlli più coordinati e programmati rispetto a quello che avviene oggi in Italia, dove prolifera una miriade di organi di controllo, e quindi una dilatazione dei tempi delle operazioni doganali e di conseguenza di scorrimento delle merci”.

Di forte impatto la segnalazione di navi che entrano nel Mediterraneo dal Canale di Suez e si dirigono verso lo Stretto di Gibilterra, per imboccare la rotta verso i porti del Nord Europa, da cui le merci puntano successivamente verso l’Italia, attraverso le linee terrestri con i treni o con i TIR.

“Con le moderne tecniche e i tempi odierni dei trasporti - ha proseguito Giovanni Demari -  sono le merci che vanno verso le navi e non sono più le navi che vanno a prendere le merci. I contenitori (conteiner) preferiscono dirigersi verso quei porti dove i tempi di sdoganamento sono più veloci rispetto a quello che avviene oggi in Italia”.

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“L’Italia non ha mai avuto una politica doganale in senso largo - ha quindi precisato il presidente Demari, riassumendo il comune pensiero emerso dal dibattito - ovvero, una politica doganale che non veda più la dogana come collettore di dazi e di imposte, ma come regolatore di traffico e garante della sicurezza della merci, della salute e degli standard qualitativi”.

“La dogana oggi è questa - ha ribadito - non è quella di Massimo Troisi: Dove vai?, Da dove vieni?, Che fai? Un fiorino! Fare dogana è riuscire a contemperare la necessità dei controlli con l’esigenza di scorrimento dei traffici. Allora: occorrono leggi e regolamenti più sostenibili, per essere applicati più facilmente”.

Celebrando i primi 40anni d’attività del Gruppo SPAMAT e il simbolico passaggio di testimone generazionale, tra Vito e il figlio Giuseppe Totorizzo, lo sguardo è già proiettato verso il mare del futuro, la cui bussola è certamente il decreto approvato a luglio 2016 di “Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle autorità portuali” e presentato dal Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia.

Una mappa utile alle politiche e funzionale alle azioni intraprese dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, col Piano strategico nazionale per il rilancio della portualità e della logistica.

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Un decreto, che secondo lo stesso ministro Delrio: “Attiverà azioni che consentiranno ai porti italiani di diventare un sistema più capace di creare occupazione e sviluppo economico, nel segno di una forte semplificazione, con sportelli unici, sia amministrativo che doganale”. 

“Si prevede, quindi, una forte centralizzazione delle scelte strategiche - secondo il Ministro - che eviti la competizione tra porti vicini e stimoli la cooperazione, affinché i porti italiani si collochino in un asse e un profilo fortemente più europei”.

Nota finale: l’estrema eccellenza della 'cambusa' mediterranea, con marcato taglio autoctono di Puglia, da tutti apprezzato, che ha coronato l’appuntamento celebrativo. E che in tema di lunga navigazione, tra approdi meridiani, venti epici, peregrinazioni marinare e Colonne d’Ercole da varcare con coraggio, non poteva che essere garantita dall’antico blasone del Gruppo Menelao.

(gelormini@affaritaliani.it)

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