La 'Burrata di Andria' a rischio bufala
Disciplinare non esclude latte straniero
L'allarme arriva dalla Coldiretti, che da tempo si batte per la tutela delle identità produttive locali, a salvaguardia della credibilità complessiva delle filiere di Puglia.

“Non ci stiamo. E’ inammissibile che nel Disciplinare per il riconoscimento comunitario dell’IGP (Indicazione Geografica Protetta) alla ‘burrata di Andria’ non vi sia alcuna indicazione dell’origine del latte. E’ una occasione perduta per il territorio e per il latte locale, un’operazione di cui beneficiano esclusivamente artigiani e industriali che vendono prodotto fatto con latte importato dall’estero, gabbando i consumatori e la sana imprenditoria zootecnica pugliese”. Duro il commento del Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, a margine dell’audizione pubblica dedicata all’IGP ‘Burrata di Andria’ e alle scelte del comitato promotore ‘Associazione Produttori Burrata di Andria’.
“C’è una contraddizione in termini – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – e di sostanza, oltre ad un evidente tentativo di rendere appetibile a livello commerciale un prodotto fatto con latte estero. La Regione Puglia in passato aveva condizionato il parere favorevole alla presenza di una percentuale di latte pari almeno al 51%. Non basta. Dal 2013 ad oggi c’è stato un assordante silenzio sulla vicenda, dopo le promosse dell’Assessorato alle Risorse Agroalimentari di costruire una proposta che prevedesse l’inserimento in disciplinare di percentuali di prodotto locale, giustificando e motivando tecnicamente la scelta”.
Al momento, infatti, il disciplinare caratterizza solo la qualità del prodotto (% di grasso, di proteine, carica batterica, ecc…) che potrebbe, quindi, provenire da qualsiasi parte del mondo.
(gelormini@affaritaliani.it)