La sfida dell'alleanza

Il Paese si è espresso e, per certi versi, è stato anche piuttosto esplicito. Assetto “tripolare”, con conseguente inefficacia dei “resti”. Relegati al ruolo di “comprimari”.
La voglia di cambiamento era e rimane forte, ma non potendola affidare e stanco di aspettarla dagli stessi che l’hanno resa chimerica, con scelta responsabile “investe” il Movimento 5 stelle (M5S) del ruolo di catalizzatore del processo di rinnovamento.
Si badi bene, i numeri dicono: cari partiti, siete stati incapaci e deludenti. Meritereste di essere presi a calci nei fondelli. Dato, però, che non vogliamo fare a meno di uno strumento in effetti “assonnato”, ma la cui utilità è sancita persino nella Costituzione, si ritiene necessaria un’adeguata stimolazione. La punzecchiatura sorvegliante del “fermento” grillino. Una salutare “flora batterica”, che sta dando prova di concretezza, efficienza, determinazione e, almeno per il momento, di manifesto disinteresse personale.

Qui si parrà la vostra nobilitate, ora vedremo chi vuole davvero immergersi nel bagno purificatore rigenerante, perché lo scollamento col Paese è da tempo insostenibile. Chi vorrà sostenere la sfida dell’alleanza, che partirà – se ci sarà – su basi nuove, spariglianti, e niente affatto in linea con il cosiddetto “inciucio” da manuale delle Frattocchie.
L’errore più grosso che si potrebbe fare, a questo punto, è proprio farsi prendere dall’insinuante disponibilità diffusa alla larga intesa: “per il bene del Paese” e, magari, “per l’isolamento del M5S”. Una sorta di effetto purgante, molto caro ai teorici suggeritori alla Giuliano Ferrara.
Il Paese ha concesso l’ultima chance, per la prova di coraggio. Sarà bene coglierla e approfittarne, per un dignitoso e auspicabile riscatto. Cercare di “aggirarla”, sarebbe davvero il cupio dissolvi!
(gelormini@affaritaliani.it)