Lavitola/Tarantini sul Cavaliere
'Persona sola, spirito da ragazzino'

Bari – “Era anche un po' giù d’umore [Silvio Berlusconi, ndr] e mi disse: “Chiunque si avvicina a me i magistrati lo distruggono, questo qui [Gianpaolo Tarantini, ndr] l'hanno massacrato per colpa mia''. Sono queste le parole usate dal faccendiere Valter Lavitola nel corso degli interrogatori eseguiti dalla procura di Bari, parole contenute tra l’altro nello stesso verbale dell'inchiesta che ha portato Berlusconi e Lavitola a ricevere un avviso di conclusione delle indagini per aver indotto Tarantini a mentire all'autorità giudiziaria. Tarantini, insomma, secondo il pm Pasquale Drago avrebbe mentito.
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Un aiuto di 10mila euro al mese. Questa la quota fissata dal Cavaliere, stando alle dichiarazioni di Lavitola, come sostegno economico per Gianpi, eccessivamente massacrato anche a livello mediatico secondo lo stesso Berlusconi e bisognoso, quindi, di un salvagente: "Mi resi conto - prosegue Lavitola nell’interrogatorio - che in effetti lui a questo qui gli voleva bene".

Lavitola descrive perfino un Berlusconi commosso dalla goffaggine di Tarantini, nell’incontro avvenuto a marzo 2011 nella casa dell’ex Premier. E non solo, perché Berlusconi si dimostrò molto comprensivo anche nei confronti della moglie di Giampi, Nicla Devenuto, nel corso di un incontro a Palazzo Grazioli: "Presidente io sto cercando di fare di tutto, ma pensi, mi sono venduta tutto, le borse, i gioielli, le cose. Berlusconi prese, glielo giuro - è scritto nel verbale d'interrogatorio al pm - prese due buste da 5mila euro e ne diede una a me e una a Nicla (...) Dopodiché disse di aspettare un attimo, ritornò con uno scatolino che diede a Nicla e disse ‘Bene, visto che ti sei venduta tutti i gioielli, apri questo qui’. Ha aperto e c'era un braccialetto con dei diamanti dentro, ma un braccialetto importante, antico, con uno scatolo rosso o bordeaux, tennis, di diamanti".
Il Cavaliere, secondo i racconti di Lavitola è una persona sola e che “si ritiene un ragazzino, che forse lo è nello spirito”, ma avrebbe un difetto: “Berlusconi è uno che si affeziona alle persone. Per cui magari Gianpaolo era rimasto nella mente di Berlusconi come la Sardegna, come le feste, come quello che gli ha fatto vivere momenti di gioia". Un Cavaliere, quello descritto da Lavitola, incapace di ammettere di avere bisogno di pagare delle donne per un po’ di compagnia.

Ed è Berlusconi stesso, in maniera indiretta, a confermare alcune delle parole di Lavitola, davanti ai magistrati di Bari, nel corso dell’interrogatorio del 15 maggio scorso: “Ho sempre avuto il piacere di dare a chi avesse bisogno, per me una donazione di qualche migliaio di euro era assolutamente nulla. Ho un dentista che lavora praticamente solo per me e gli mando continuamente persone; l’ultima ha speso addirittura 142mila euro perché ha rifatto tutto il palato, la bocca”.
L’ex Premier si spiega così a Pasquale Drago: “Non avevo bisogno di Tarantini se avessi voluto avere delle persone di quel tipo lì. Io voglio dire, per ridere un giorno un mio assistente mi ha fatto vedere sulla tavoletta [il tablet, ndr] quante escort ci sono a Roma che esplicitano anche il prezzo per un invito a cena, 100 euro, 80-100 euro. Se uno si mette lì 20 minuti si porta 50 persone in casa”.