Luisa Torsi: fiutare e studiare l'essenza
Per la salvaguardia vigile dell'esistenza
di Antonio V. Gelormini
Guardano l'Europa dall'alto del Mare del Nord (e per fortuna non si trovano al posto degli scandinavi), per cui risulta accentuato quell'essere irrimediabilmente "snob" degli inglesi. Una rigidità caratteriale che non vuol dire disprezzo degli altri, ma ritrosia a leggere le "contraddizioni" che ne segnano da secoli la storia e la quotidianità: sentirsi 'staccati' eppure legati all'Europa, cristiani ma di rito anglicano.
Enzo Biagi parlava di "Società classista guidata, di volta in volta, dall'oligarchia delle armi e delle terre, poi dagli aristocratici e poi dai borghesi, ma sempre col consenso delle masse".
Un orgoglio patriottico, che faremmo bene a recuperare un po' tutti, e che ha avuto la meglio sui campanilismi di ogni sorta: "L'Inghilterra prima di tutto!"
Crediamo ci sia molto di questa spontanea messa in valore dell'orgoglio nazionale nel "misunderstanding" mediatico, che ha accompagnato la pubblicazione dei primi brillanti risultati sull'invenzione dei "bio-sensori olfattivi" da parte di un eccellente gruppo di scienziati e ricercatori italo-inglesi, coordinati dalla Prof.sa Luisa Torsi dell'Università degli Studi di Bari, che mette a segno il colpo in collaborazione con l'Università di Manchester.
Nella concitazione entusiasta dell'annuncio - partito e nobilitato dalla sponda british e ripreso nei comunicati dai media anche nazionali - il riferimento al coordinamento italiano del progetto è saltato, lasciando in evidenza il solo versante "oltremanica" dell'impronta.
Un po' come se il filmato diffuso della partita fosse quello della telecamera a bordo campo, che non riesce a cogliere e individuare l'attaccante che ha fatto gol e fissa l'obiettivo sull'esultanza dei compagni di squadra.
Detto questo, per rendere merito a tutti i gruppi di lavoro, va sottolineato che il risultato raggiunto con i nuovi "bio-sensori olfattivi" è la sintesi di lavori a più mani, più menti e più progetti (alcuni sempre col coordinamento della prof.sa Torsi), che nella fattispecie ha visto all'opera i team italo-inglesi di Bari e Manchester, ma che si inserisce in un quadro di ricerca internazionale più articolato, che vede comunque l'Università di Bari coinvolta ai livelli più eccellenti.
Le applicazioni possibili e le declinazioni derivate dalla scoperta potranno spaziare ed attivare processi a catena, sia in ambito socio-economico che in ambito bio-medico. Dall'intervista allegata della prof.sa Torsi ad Affaritaliani.it e dagli interventi degli stessi collaboratori, si evincono le ipotesi di lavoro nel vastissimo campo dell'Ambiente, nell'articolato processo di immagazznamento e distribuzione dei prodotti agro-alimentari, nonchè nel poliedrico e caleidoscopico universo della medicina, della salute e del benessere in generale.
(gelormini@affaritaliani.it)
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Pubblicato sul tema: Inventata la 'Macchina degli odori' I biosensori intelligenti di Luisa Torsi
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