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Sarà il teatro Tatà di Taranto a ospitare l'incontro con la filosofa Michela Marzano, per presentare il suo ultimo libro intitolato “L'amore è tutto: è tutto ciò che so sull'amore”. L'evento è organizzato dal Presidio del libro Il Granaio-Libreria Dickens, in collaborazione con il Consiglio di Pari opportunità della Provincia di Taranto e la compagnia teatrale Crest, nonchè con il sostegno della Regione Puglia, Assessorato al Mediterraneo.

La serata proseguirà con la rappresentazione dell'opera “Erodiade, la violenza dell'amore che vuole”, scritta, dretta e musicata dal maestro Giovanni Tamborrino.

Michela Marzano, nelle scorse elezioni, è stata eletta alla Camera dei Deputati nelle liste del PD, ed è proprio a Monetcitorio che l'abbiamo raggiunta per porle qualche domanda:

Lei è già venuta a Taranto, conosce la città e la sua storia recente?

Sì, la conosco bene fin da piccola sono venuta molte volte perché mia mamma è di Taranto. Ho trascorso giorni interi presso la marina di Lizzano.

Conosce la situazione, sembra richiamare il suo libro sulla manipolazione dalla fabbrica alla vita privata?

Sicuramente ci sono stati abusi che la magistratura sta indagando, ma il discorso è troppo lungo per rinchiuderlo in poche parole.

In passato ha scritto sulla pornografia, sull'amore nel nome del quale alcune donne sono state oltraggiate... adesso un esempio quasi privato di Amore del tipo che contribuisce ad accrescere l'amore della donna verso se stessa. Da problema a risorsa... come mai questo cambiamento?

Non parlerei di cambiamento perché sono cose completamente distinte. L'amore è proprio il contrario di violenza e di possesso. Se c'è violenza non c'è amore.  L'amore rende liberi di essere se stessi, di vivere pienamente la propria vita.

marzano

Le donne dovrebbero pensare all'amore come ad una favola per manipolare la loro fiducia che maschera da principe azzurro anche gli oranghi con le clave?

Il mito del principe azzurro è una prigione, un finto ideale che crea illusioni vane. Una figura con la quale si riempie il vuoto lasciato dall'assenza del “principe” reale, una illusione che crea ferite e lacerazioni e si finisce per combattere con se stessi, attribuendosi colpe per quella mancanza. Invece amare significa anche stare in pace con se stessi.

Nel suo ultimo libro parla dell'amore come di un segreto, ma indagare e portare alla coscienza questo bisogno e desiderio non dovrebbe essere conto della psicanalisi? Cos'ha a che fare con la speculazione filosofica?

Difficile separare  questi due approcci. Tenga presente che studio filosofia e pratico la psicanalisi da 20 anni. Inoltre non avevo proprio l'intenzione di scrivere un testo “disciplinare”. Ho usato tutti i mezzi che conosco per affrontare la questione. Psicologia, filosofia, sociologia sono tutte materie di grande interesse per me e mi piace frequentarle tutte. Senza limiti troppo legati al rigore accademico.

Bastano le leggi per la difesa delle donne?

No, senz'altro ci vuole un impegno più ampio, una vera e propria riforma culturale che porti al ripensamento di alcuni stili di vita dove le donne sono usate e consumate senza il minimo rispetto. Il problema delle violenza sulle donne è strutturale e radicato nella società italiana tanto che, a volte, perfino le donne usano toni paternalistici e contribuiscono alla trasmissione di pratiche e atteggiamenti sbagliati.

L'ultimo decreto approvato nei giorni scorsoi è molto importante, perché si occupa anche di prevenzione e di promuovere l'educazione e la formazione della coscienza civica: anche nelle scuole. La Prevenzione è fondamentale per combattere il dilagare della violenza contro le “prede” più deboli.

Con le ultime elezioni lei è entrata in Parlamento, dando inizio alla sua pratica politica. Però scrive pagine legate alla sfera personale. Come si conciliano questi interessi: pubblico e personale?

Non c'è contrapposizione. Un politico dovrebbe vivere sempre con coerenza pubblico e privato. Il mio vuole essere un esempio concreto, non bastano le teorie, sono necessarie anche loro ma non sufficienti... la conoscenza nasce dall'equilibrio di teoria e pratica ed è questo equilibrio che mi interessa vivere.

Dunque parliamo della figura dell'intellettuale guida?

Tutti devono essere coerenti nella vita quotidiana con quanto detto e promesso. È una maniera per rispettare se stessi e di qui dobbiamo partire per arrivare al rispetto degli altri.

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