Molfetta, ucciso boss
Terrore al mercato
di Antonio V. Gelormini
E’ esasperante ormai lo stato d'allerta che incombe nei vicoli e nelle piazze di una quotidianità incerta e pesantemente aleatoria. La tensione è alta, e seppure abbagliata dall’intensità trasparente, calda ed accogliente della luce di Puglia, essa si taglia col coltello: come la più densa e impenetrabile nebbia di Val Padana.
Oggi è la volta di Molfetta. Mercato settimanale e grande affluenza di sguardi e voci femminili, che non mancano l’appuntamento del giovedì, con le occasioni in bancarella e gli incontri amichevoli e piacevolmente ciarlieri, mentre si fa la spesa.
Lo spavento: colpi di pistola tra le persone. Grida e fuggi-fuggi generale. Sull'asfalto di via La Malfa - raggiunto da due proiettili sparati a distanza ravvicinata - resta Alfredo Fiore, 46 anni, già noto alle forze dell'ordine.
Il killer, secondo le prime testimonianze, indossava un casco integrale, e come nelle più classiche delle sequenze di cronaca nera è arrivato e fuggito in sella a una moto di grossa cilindrata.

“Siamo profondamente turbati dalla notizia di un omicidio in pieno giorno nel cuore del mercato del giovedì. Ho chiamato subito il Prefetto per chiedere un incontro urgente sulla situazione della sicurezza in città. La prossima settimana ci sarà l'incontro in Prefettura”. Così il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio.
“Continueremo – aggiunge – come stiamo facendo da alcuni mesi, con maggiore fermezza nei nostri rapporti con il Viminale a chiedere l’istituzione di un Commissariato di Polizia a Molfetta, a potenziamento della Compagnia dei Carabinieri che generosamente opera ogni giorno sul territorio. La paura è che Molfetta possa tornare indietro di vent’anni. Faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità istituzionali per impedire che ciò accada”.
La vittima, secondo gli inquirenti, era a capo del clan Fiore-Magarelli (opposto ai De Bari nel controllo del traffico di stupefacenti) ed era il cugino di Egidio Antinucci, ucciso nel 1997 in circostanze analoghe, da Massimiliano De Bari. Da lì il via ad una faida sanguinosa.
(gelormini@affaritaliani.it)