Regionali, scontro a centro sulla reunion: “Ncd? Vada dove lo porta il cuore”
Bari – “Gli amici pugliesi del Ncd vadano dove li porta il cuore ma non parlino a nome degli altri né tantomeno prendano decisioni anche per l’Udc. Se hanno già scelto la strada, noi faremo le nostre scelte in modo autonomo”, punta i piedi Totò Negro. Ad una settimana dalla stretta su nomi e coalizione, a destra l’aria torna movimentata e le aperture di credito degli alfaniani alla nomination di Francesco Schittulli mettono sulla difensiva lo scudocrociato. “Ancora una volta, il Ncd pugliese dimostra di non credere nel percorso della Costituente popolare”, attacca il capogruppo regionale, “come già successo per le provinciali, c’è di nuovo una fuga in avanti nella scelta della coalizione e del candidato presidente. Se non c’è una volontà di camminare insieme ce ne faremo una ragione”.
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Dal partito di Casini prendono tempo e rinviano ogni decisione al coordinamento regionale di venerdì, lusingati dalle attestazioni di stima di Michele Emiliano e - verosimilmente - intimoriti dalla soglia di sbarramento per accedere agli scranni di Via Capruzzi, scoglio assai difficile da superare in solitaria, se le strade si dovessero dividere da quelle della pattuglia di Cassano e Ferrarese. “Non abbiamo nulla in contrario al candidato presidente Schittulli, persona rispettabilissima, ma non possiamo condividerne la scelta perché non è stato condiviso il percorso”, mette in chiaro Negro, in quella che è l’ennesima frenata rispetto una reunion incrinata dopo i recenti distinguo leccesi, mai del tutto decollata nel Tacco e ferma agli intergruppi parlamentari con i montiani di Scelta Civica e i Popolari di Mario Mauro. Il nome dell’ex titolare della Difesa, peraltro, si rincorre da giorni come possibile alternativa all’oncologo gravinese per la guida dei moderati. Se non fosse che l’altro montiano di rango di Capitanata, Leo Di Gioia, è ormai accasato nel centrosinistra, assessore della Giunta di Nichita il Rosso e big sponsor dell’elezione dell’ex democratico Miglio a Palazzo Dogana. Che quella degli ex dc valga come retromarcia rispetto al tavolo con gli azzurri e gli altri alleati? “Ci siamo limitati ad ascoltare, non saremo subalterni a nessuno”, tiene le mani libere Negro, avvertendo gli uomini del Ministro dell’Interno, come noto, per nulla compatti sulla scelta di campo da adottare.
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“Le gare nominalistiche non ci appassionano. A noi interessa predisporre un’agenda seria e concreta per il rilancio della Regione, costruendo una coalizione forte, coesa, di ampio respiro e alternativa alla sinistra”, prova a spegnere focolai e rincorse il forzista Amoruso, prima che si apra il risiko delle liste e la brace diventi rovente sui territori. Dalla Bat di Marmo e di Francesco Ventola al Salento di Perrone, Gabellone e Marti. Per quelle, però, bisognerà aspettare l’imprimatur sulla testa di serie.
(a.bucci1@libero.it)