Rivoluzione pugliese: da Vendola a Fitto,
Ingroia tenta la "spallata alla Casta"

Da Vendola a Fitto e ritorno, passando per Berlusconi. La giornata politica di Antonio Ingroia si era aperta con le dichiarazioni del Cavaliere su tangenti e giustizia ai microfoni di Rai Tre ed è continuata con il tour pugliese nel quale non ha lesinato stilettate a destra e a manca all’intero emiciclo, mentre Mario Monti, dal capoluogo, rispediva al mittente gli attacchi del Rivoluzionario Gentile in materia di lavoro ed ammortizzatori sociali. Ma andiamo per ordine.
“La tangente è un fenomeno che esiste non si possono negare le situazioni di necessità se si va trattare nei Paesi del terzo mondo o con qualche regime, sono cose a latere”, si era lasciato sfuggire il Cavaliere intervistato da Andrea Vianello, rincarando poi “sono costi che le aziende mettono in bilancio”. E il terreno scivoloso non ha esitato a franare. “Si autoassolve e giustifica la corruzione come un'attività normale e necessaria”, ha accusato l’ex Pm di Palermo, con un rapido gioco di sponda trasversale che ha coinvolto tanto Gianfranco Fini, pronto a chiedere caustico “Chissà se parlava di se stesso?”, quanto Nichi Vendola, per il quale l’ex premier “insiste con proposte che invitano gli italiani all'illegalità di massa. Ma se siamo in crisi economica è proprio per colpa dell'illegalità di massa". “Parla come un qualunque imputato e si conferma un corruttore della vita politica, economia e morale del Paese”, ha mandato a dire il leader di Rivoluzione Civile, accolto nella città del Santo di Myra da un gremito Hotel Excelsior.

(a.bucci1@libero.it)