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Morire a 23 anni per un maledetto ritardo. Un ritardo di solito calcolato, a cui si aggiunge - questa volta - la fatalità di un inciampo, nel disperato tentativo di cogliere al volo l’ultima opportunità di un treno in partenza.

Sembra la metafora dei nostri tempi, di una società quotidianamente alle prese con la corsa sfrenata verso il non-so-che. E’ purtroppo il tragico epilogo, per Roberta Cometa, che finisce tranciata dalle ruote di un treno delle Ferrovie Sud-Est, che doveva portarla a Bari e che invece la lascia esanime sui binari di Castellana Grotte. Sotto gli sguardi increduli e atterriti di impotenti passeggeri, nel solito via vai mattutino di un abitudinario pendolarismo locale.

Stazione treno

Nomen omen: nei progetti amorevoli familiari Roberta avrebbe dovuto risplendere a lungo, segnando la vita con la scia del suo sorriso. L’ha attraversata come un meteorite, ma da stasera sarà da tutti riconoscibile nella sconfinata trapunta celeste. Fate attenzione, sarà la stella che s’accende in ritardo rispetto alle altre, ma sarà quella il cui sorriso brillerà più forte di tutte le altre.

(gelormini@affaritaliani.it)

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robertacometaferrovie sud-estcastellana grottebari

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