Taranto amara
'U tata, pinzece tu'

Taranto è una città difficile, in tanti vanno via da giovani e con rabbia, convinti che non ci sia spazio per il loro futuro in città. Anche Michele Riondino, l'interprete del “giovane Montalbano", premiato a Venezia e applaudito sia sugli schermi (grandi e piccoli) che sui palcoscenici teatrali, ebbene lui come tanti di qui è andato via, via da Taranto cercando un futuro altrove, magari a Roma, dove c'è movimento e tutto sembra poter o dover accadere.
Lo scrive nel suo libro: “Rubare la vita agli altri” e lo ha ripetuto durante la presentazione del libro, Quando è partito per l'accademia non era convinto di riuscire ad entrare e diventare un attore ma voleva correr via lontano dalla polvere che offusca il cielo e spegne le sue stelle.
Al suo fianco siede Gaetano Colella (direttore artistico del teatro Tatà). Un amico, uno dei tantissimi che Riondino ha nella sua città, sopratutto ora che torna spesso e volentieri.

Ma gli spazi per i giovani continuano ad essere pochi, per questo le iniziative che tendono una mano a loro ed ai loro “compari più grandi” ha un sapore di rivincita contro tutti gli scettici pronti a inscenare il “pianto greco” per non muovere nemmeno le meningi ed industriarsi sul cosa fare.
“U tata, pinzece tu”, così si chiama il laboratorio teatrale condotto da Giovanni Guarino in collaborazione con Delia De Marco nell'ambito del progetto “Tatapiù” che prevede una performance itinerante per tutto il rione Tamburi.
Il quartiere più inquinato d'Europa diverrà il palcoscenico su cui si racconterà la storia della città, attraverso il suo lembo più martoriato. La manifestazione è aperta a tutti ragazzi (almeno in pectore), per cui non basta piangere sul latte versato, ma hanno il coraggio e l'entusiasmo di andare avanti per la propria strada.